Alla porta dei play off si continua a bussare in maniera flebile. L’Avellino rimanda ancora l’appuntamento con la vittoria, soprattutto quella in trasferta che è sempre attesa da fine 2015. La prima partita senza gol degli irpini dopo cinque mesi esatti è ascrivibile anche alla scena muta di Tavano e Mokulu al momento del dunque. Attilio Tesser, comunque, lascia il Menti con buone indicazioni. «E’ stato un ottimo Avellino: abbiamo messo voglia di vincere e mentalità giusta», spiega il tecnico a fine partita, dopo lo 0-0 col Vicenza. «Ho visto dei miglioramenti, difensivi in particolare, con solamente qualche ripartenza concessa agli avversari. Segnali buoni, visto che la squadra dietro era parecchio rimaneggiata».
CORI DISCRiMINATORI. L’arbitro Aureliano ha il cartellino facile, nel pomeriggio del Menti: quello sventolato a Nica pesa il doppio perché l’esterno di Tesser dovrà saltare la partita col Livorno. Guai a destra, quindi, contando che il rumeno a Vicenza prende il posto dell’infortunato Pisano, in corso d’opera. Il nervosismo c’è, individuabile non solo nella pioggia di ammonizioni (cinque perl’Avellino) più l’allontanamento di Pasquale Marino durante i novanta minuti. Nel secondo tempo Insigne risponde alzando il dito medio, mentre si prepara a calciare un angolo, verso i tifosi biancorossi che reiterano i cori di discriminazione territoriale. Anche Mokulu viene più volte bersagliato. Tornando alla partita, mettiamola così: nel turno in cui la Juve interrompe la lunga striscia di vittorie, l’Avellino non riesce a conservare il proprio trend di gare (22) con gol al seguito. Tesser non si preoccupa più di tanto. «Meglio prendere un palo piuttosto che non creare nulla», osserva. «Certo, dobbiamo fare più attenzione e limitare gli errori. Mokulu ha fatto una partita di lotta e sacrificio, pur non riuscendo a tenere molto la palla: nell’episodio della punizione a due in area ha gran parte del merito, perché se l’è guadagnata lui. Ho visto molto bene anche Paghera e Biraschi: da lui serviva una partita così, viste le caratteristiche dei loro attaccanti».
«SIAMO VIVI». Anche Davide Gavazzi esamina il pareggio ottenuto dall’Avellino a Vicenza. «Peccato solo non aver trovato il gol, ma le nostre occasioni ci sono state», spiega il centrocampista degli irpini. «Siamo vivi, conta quello e poi non dimentichiamoci che qui al Menti nessuno viene a passeggiare». Lui può dirlo con cognizione di causa, visto che su questo campo ha giocato per tre anni e mezzo, sempre in serie B, da titolare fisso. «Il nostro unico rammarico è la partita completamente sbagliata contro il Novara», conclude Gavazzi commentando il momento dell’Avellino.Corriere dello Sport