“Un episodio anche se decisivo ai fini della classifica non cambia la storia di un campionato straordinario e tutt’altro che finito. A Torino, Juventus e Napoli si sono rispettate. La Juve non ha fatto palleggiare il Napoli che a metà campo ha giocato un terzo dei palloni con Jorginho completamente bloccato dalla linea mediana bianconera che in un gioco di duelli individuali riesce spesso a non far giocare gli azzurri il solito calcio. L’episodio di Zaza è un epilogo che non rispecchia una gara che scivola verso lo zero a zero inesorabilmente. La deviazione premia Zaza e condanna Albiol e Reina e produce una sconfitta che però non deve abbattere il Napoli. Tredici partite sono ancora tante e tutte da giocare, da vivere. Il Napoli non riesce a produrre il solito calcio fatto di verticalizzazioni e ricerca continua di linee di passaggio che aprono spazi insperati. Bonucci salva ed Albiol devia in porta, a volte è questione di centimetri. La tattica bianconera è chiara perchè Allegri mai pensa a fare giocare il Napoli ed i minuti scivolano mentre le due squadre non si scoprono e si rispettano. Prima e seconda del campionato. La Juve vince la quindicesima ma il Napoli esce da Torino a testa alta e con personalità senza portarsi a casa i rimpianti tecnici di una partita giocata praticamente alla pari a Torino contro i vice campioni d’Europa. Giocare oggi è salutare perchè permette al Napoli di non trascinarsi dietro i fantasmi psicologici che possono derivare dopo una partita così delicata persa immeritatamente. L’idea è che la squadra di Sarri si riconfermerà solida e tosta, bella e con una didattica chiara che produce la solita spettacolarità. Tredici partite ancora da vivere, Juve – Napoli non è finita a Torino sabato sera”.
Luca Altomare