Una parata prodigiosa di Buffon su inzuccata di Albiol, la punta dello scarpino di Bonucci che toglie dalla testa del Pipita la palla del possibile vantaggio e quella maledetta deviazione, ancora di Albiol, che cambia la traiettoria di quel pallone calciato da Zaza, stravolgendo l’inerzia della partita e del campionato. Per quanto possa sembrare semplicistico, Juve-Napoli si racchiude tutta in questi tre episodi. Allo Stadium ha prevalso un vecchio adagio tutto italiano, ‘prima non prenderle’ ed il messaggio lanciato da Allegri, a pochi giri di lancetta dalla fine, con Alex Sandro per Dybala, conferma questa tesi. Probabilmente, proprio allora Sarri ha perso la partita perchè, invece di gettarsi sull’avversario, a muso duro, rinforzando l’attacco, ha aspettato che il tempo trascorresse e la dea bendata ha fatto il resto. Una partita che entrambe le squadre sentivano parecchio, una partita esasperatamente tattica in cui le difese hanno avuto la meglio sulle prime linee avversarie. Insigne, Hamsik e Callejòn da parte azzurra e Morata, Pogba e Cuadrado da parte bianconera, hanno lasciato i bomber argentini, Higuaìn e Dybala, isolati ed in balìa dei difensori avversari. A questo punto il Napoli si ritrova al scalzato dalla vetta, con il ritardo minimo di un punto. Tuttavia, quello che maggiormente si teme, è il contraccolpo psicologico con il rischio che possa vanificarsi tutto quanto di buono è stato costruito in questi cinque mesi di campionato, inceppando un giocattolo a tratti perfetto. E’ questo il momento più difficile per Sarri che è chiamato ad evitare che la sua squadra crolli psicologicamente e ci sarà bisogno dei leader del gruppo, Pepe Reina in testa. Proprio il portiere spagnolo è tra coloro che hanno suonato la carica a tutta la squadra, invitandola a cancellare immediatamente l’episodio di Torino, proprio a cominciare dalla partita di Europa League, contro i temibili spagnoli del Villarreal. Alzati Napoli, volta pagina in fretta e ritorna a macinare il tuo solito gioco, ritorna a divertire e divertirci e continua a farci sognare, perchè quella che sembra una squadra di un altro pianeta, in realtà ha avuto la tua stessa paura di non farcela, nonostante un dominio assoluto negli ultimi quattro campionati e questo deve farti tornare la convinzione di essere squadra temuta e rispettata che non si è ritrovata campione d’inverno per pura casualità. Fallo per il rispetto del lavoro fatto in questi mesi e per quei tremila tifosi che ti hanno aspettato al rientro dal Piemonte, per rappresentarti il sostegno incondizionato di tutta la tifoseria partenopea. I tifosi del Napoli, tristi per l’esito della partita dello Stadium e, probabilmente, delusi dalla intensità di gioco che non è stata come ci si aspettava anche nei minuti finali, hanno avuto, al tempo stesso, la conferma che la squadra azzurra si giocherà fino alla fine le proprie chances, sfidando la presunzione della armata bianconera. I tifosi azzurri rimangono fieri ed innamorati del Napoli con la voglia di cantare e gioire, senza, tuttavia, irridere l’avversario ma facendo parlare il cuore. Nel mentre, la Juve si ritrova proiettata in testa alla classifica, con il minimo vantaggio sul Napoli, ma con la certezza espressa da Zaza, man of the match, che nessuno gli potrà più levare lo scudetto…prendiamo nota e facciamo un nodo al fazzoletto, hai visto mai che potremmo rivogargli queste parole? Con il primato bianconero quel quotidiano nazionale (…sempre quello, si!…) si scatena con lo stesso stile di un livello becero e fazioso che nemmeno un gazzettino di provincia (con tutto il rispetto per la realtà provinciale!) si sognerebbe di raggiungere. Quelli che sono tutti Mancini, credendo di umiliarci, offendono un’intera città e gli emigrati napoletani presenti allo Stadium. Razzismo becero, luoghi comuni talmente abusati da risultare ridicoli e noiosi, un suggerimento su come cambiare le strofe di UN GIORNO ALL’IMPROVVISO (…che proprio non riescono a digerire…) e l’esaltazione per ‘o surdato ‘nnammurato che i tifosi dello Stadium intonano per deriderci. Si esaltano i fischi assordanti che subissano gli azzurri ogni volta che avanzano palla al piede (…dove sono quelli che criticano i fischi dei tifosi del San Paolo?…) e si beano dei festeggiamenti di Buffon e compagni sotto la curva a fine gara (…dove sono i criticoni dei festeggiamenti napoletani?…). Di contro, tacciono sui cori razzisti contro Napoli (…ma si sa, è solo goliardia!…) e fanno finta di niente su quel sacchetto di spazzatura gettato dagli spalti nei pressi di Reina (…magari è solo una nuova trovata pubblicitaria…). Esaltano lo striscione per le vittime dell’Heysel e tacciono su chi offende le vittime del terremoto. Una contraddizione continua, goffa e becera che porta quel quotidiano nazionale a raggiungere i livelli più scadenti di sempre. Caro quotidiano, mille scudetti non potranno dare alla Juve quel senso di appartenenza territoriale ne, tanto meno, potranno inculcare i principi basilari della civiltà ai supporters bianconeri. La Juve è, e resterà, la squadra di tutti e, di conseguenza, la squadra di nessuno, oltre che emblema del malaffare nel calcio italiano. Una squadra apolide la cui bandiera, senza colori, nasconde gente senza radici o che le rinnega. Da tanto odio ingiustificato contro Napoli si dissociano, per una volta, i tifosi della Fiorentina che, durante il match con l’Inter, hanno risposto con bordate di fischi ai soliti cori razzisti contro Napoli, partiti dal settore dei supporters nerazzurri. Complimenti ai fiorentini! Un plauso, infine, ai tremila tifosi azzurri che hanno atteso Sarri e la squadra all’aeroporto di Capodichino per dare supporto incondizionato alla squadra del cuore, dimostrandosi maturi e meritevoli di qualcosa di epico…però adesso è vietato mollare!
Riccardo Muni
Riccardo Muni