Dopo la sfida dello Stadium, sembra che l’unica cosa emersa dalla gara, sia stato il gol di Zaza. rete che ha sancito il sorpasso, certo, ma Juventus-Napoli non è stata solo quello. E’ vissuta del duello a distanza a centrocampo tra Jorginho e Marchisio, per esempio…Cosa che non poteva non notare Giancarlo Antognoni, play-maker campione del mondo. «Due fior di giocatori che in questa stagione si stanno esprimendo su grandi livelli. Sono entrambi di caratura internazionale. Hanno giocato una buona partita ma di loro s’è parlato poco».
Il valore dello juventino è acclarato, la novità è forse l’esplosione dell’italo-brasiliano. «Si può mai parlare male di questo Jorginho?»
Regista basso davanti alla difesa, un ruolo tornato di moda. «Anni fa chi distribuiva il gioco, si piazzava nel cerchio di centrocampo. Sono cambiate le esigenze perché il calcio si è trasformato. Adesso l’azione parte da dietro e chi la inizia, compreso il difensore, deve saper toccare la palla. In questo senso Pirlo ha fatto scuola, oggi ci sono Jorginho, Marchisio e qualcun altro, De Rossi ad esempio quando non viene schierato sulla linea difensiva».
Di base la tecnica non deve mai mancare. «Non scherziamo. Una cosa è certa: con la velocità del gioco moderno, il regista non può che possedere piedi buonissimi e grande visione di gioco».
La metamorfosi di Jorginho è dovuta a ragioni tattiche? Nel Napoli di Benitez con due centrocampisti era sparito dai radar, ora è diventato il faro essenziale. «Sì, questa è la ragione che gli ha permesso di fare lo scatto in avanti.Va dato atto a Sarri che ancora una volta ha evidenziato il suo pregio migliore, quello cioè di tirar fuori il meglio da ogni singolo calciatore che allena. Con Jorginho è stato straordinario ma non soltanto con lui».
Il centrocampo che comanda Jorginho è il migliore del nostro torneo? «Ha tanta qualità, perché può contare sul contributo di Allane Hamsik che stanno vivendo una stagione esaltante. Non so se è il più forte ma di sicuro è tra i primissimi».
Tratto da Il Mattino