Facile dire che in mezzo al campo si nascondono i destini del match. È sempre così, del resto. Il centrocampo è il settore nevralgico di ogni squadra, quello che garantisce equilibrio, innesca le azioni offensive e limita gli attacchi avversari. Juventus-Napoli probabilmente dipenderà dalle giocate delle linee mediane, dal loro modo di interpretare la sfida. Cinque ne dovrebbe
piazzare Allegri, se venisse confermata la difesa a tre ma di fatto i veri centrocampisti sono tre (Sturaro, Pogba e Marchisio) perché gli esterni fanno l’elastico sulle due fasce laterali.Tre ne schiera pure Sarri, fedele al modulo sperimentato alla quarta giornata e mai più mollato.
Jorginho vertice basso con Hamsik e Allan ai lati è un settore con i fiocchi, più amalgamato e resistente, ben altra qualità rispetto ai due elementi sui quali aveva insistito Benitez per due stagioni. Messi così, uno di fronte all’altro, è roba per palati fini con Allan che potrebbe fronteggiare Pogba in un duello tutto muscoli, Hamsik dalle parti di Sturaro se Khedira non dovesse farcela e Marchisio a dettare i tempi della manovra bianconera, Jorginho di quella azzurra. Beppe Furino, una vita trascorsa in maglia juventina, e Salvatore Bagni, leader indiscusso di quel centrocampo napoletano che proprio a Torino spiccò il volo verso lo storico
scudetto, immaginano una partita fatta di tanti piccoli duelli ma che non potrà prescindere dalle fortune dei centrocampisti. La Juventus ha maggiore forza fisica, ama ricompattarsi e poi azzannare al momento giusto. Il Napoli vuole sempre palla tra
i piedi perché gli piace comandare il gioco. Ma sarà la lettura della fase difensiva a fare la differenza, cioè la capacità dei singoli nel contenere i rivali e imporre i ritmi della partita. Fonte: Il Mattino