Un napoletano che riesce a far meglio di Higuain? Esiste e dimora, calcisticamente, a Pagani. Si chiama Peppe Caccavallo. I numeri che mette in campo sono chiari: 12 gol segnati hanno fruttato ben 16 punti alla sua Paganese. Caccavallo è al comando della speciale classifica di rendimento, tra i bomber dei campionati professionistici, che assegna un valore al gol della vittoria o vantaggio a quello del pareggio. «Higuain è il mio idolo da sempre – afferma l’attaccante della Paganese – e quindi non credo sia offenderà per il mio primato in questa graduatoria, che serve solo per le
ecce, Taranto, Martina, Sorrento, Celano, Cosenza, Valle del Giovenco, Barletta, Pergocrema, Crotone e Gubbio. Caccavallo ha tenuto sempre la valigia pronta, spesso ha cambiato più volte squadra nella medesima stagione. Poi un bel giorno anche per lui è arrivata Itaca: l’origine, la ragione e al tempo stesso la meta del lungo viaggio nel pallone. «Un anno, a Celano in C2, segnai 6 gol in mezza stagione, era il mio massimo bottino prima di arrivare a Pagani. Segnavo col contagocce, la Paganese mi ha trasformato e mi ha permesso di esprimermi al meglio delle mie potenzialità. Meglio tardi che mai, segnare fa parte dell’essere di ogni attaccante e non nascondo che pure per me lo è».
Sembrava scomparso dai radar che contano. La Paganese gli ha ridato smalto, prolificità e voglia di esaltarsi. Prima esperienza l’anno scorso, durata fino al mercato di gennaio, con 3 gol in17 partite (poi il trasferimento alla Casertana).
Il vero exploit quest’anno. Il segreto? Nell’attacco assemblato dalla società e da Gianluca Grassadonia, salvo l’albanese Gurma, non esiste una prima punta. Il movimento frenetico di Caccavallo, Cunzi, Deli ed altri non dà riferimenti ai difensori avversari. Poi ci sono i rigori, grande specialità del bomber a sorpresa: dal dischetto finora ha infilato sette volte i portieri dell’altra sponda: «Tutto ha un segno, quel che facciamo in avanti spesso costringe gli avversari a commettere fallo in area. Certe situazioni non possono essere casuali. Dal dischetto bisogna rimanere freddi e determinati, l’unico segreto per cercare di non sbagliare». Enzo Marruocco, il portierone, eroe contro la Juve Stabia, ascolta e dice: «Poi c’è sempre un compagno bravo a parare i rigori degli altri».
Corriere dello Sport