L’ex tecnico di Napoli e Juve, Ranieri, al Cds: “Pronostico impossibile, partita da tripla”

L’ex allenatore del Napoli e della Juventus, Claudio Ranieri, è stato intervistato dal Corriere dello Sport. Ranieri, attuale tecnico della capolista della Premier League Leicester City, ha parlato anche dell’atteso match di sabato tra gli azzurri ed i bianconeri. Ilnapolionline.com riporta le parole del tecnico romano.

In Italia lei ha seguito alcune squadre-fenomeno di provincia come il Foggia, il Chievo e l’Empoli. Sul piano delle emozioni, il Leicester ricorda una di queste? «E’ una storia simile per i sentimenti che provoca, ma il paragone con le tre squadre italiane, da un punto di vista strettamente calcistico, non ci sta granché: Foggia, Chievo ed Empoli sono state costruite nel tempo, mentre noi siamo nati… subito».

Juventus-Napoli è decisiva per lo scudetto? «No, non lo è in nessun caso. Sarà invece uno scontro bellissimo. Il Napoli è avvantaggiato dai due punti in più in classifica, ma dall’altra parte c’è una squadra abituata a lottare e stare sempre ai vertici, in più gioca in casa e in certe partite il fattore-campo pesa. E’ una gara da tripla».

Fattore-campo… doppio, visto il divieto per i tifosi napoletani. «E’ un peccato che non possano andare a Torino, allo spettacolo mancherà qualcosa. Sono decisioni difficili da comprendere perché non si dovrebbe mai privare una partita della gente e la gente della partita. Lo sport è la felicità di chi tifa».

Domenica sera si gioca anche Fiorentina-Inter, altra sfida che può vedere con gli occhi del doppio ex. «Nemmeno questa deciderà il terzo posto, il campionato è lungo, Fiorentina e Inter avranno le stesse possibilità di conquistare la Champions anche se andrà male lo scontro diretto. Non sono nel momento migliore della stagione, ma pure a Firenze, come a Torino, sarà una partita emozionante».

Secondo lei la Roma, e così chiudiamo il cerchio delle ex, ce la farà a conquistare il terzo posto? «Tre vittorie di fila non arrivano per caso. La Roma si alimenta con gli entusiasmi del suo popolo e ora può sfruttare finalmente un momento felice. Certo che ce la può fare. Per il 3° posto lottano in quattro, nemmeno il Milan va cancellato».

Trasferiamoci in Inghilterra e passiamo ai protagonisti della grande corsa del Leicester. Kasper Schmeichel gioca bene con i piedi: è più bravo di suo padre Peter? «Ha una grossa personalità, è un portiere molto regolare, molto agile, dà sicurezza alla squadra. Ha dei piedi incredibili, mette la palla a 50 metri con i giri contati, come fosse un trequartista, per questo i difensori giocano anche con lui, sanno di potergli affidare il pallone come fosse un giocatore normale. E’ un portiere moderno».

Huth, con i due gol al Manchester City, è diventato l’eroe del Leicester. Che giocatore è? «Lo feci esordire nel Chelsea quando era un ragazzino del settore giovanile dei Blues. E’ un tipico calciatore inglese, forte fisicamente, ha un buon colpo di testa e se ne sono accorti proprio a Manchester. E’ uno molto solido».

Koulibaly

Morgan è il suo Koulibaly? «No, non si somigliano. E’ capitano della nazionale giamaicana ed è un altro giocatore di grande esperienza con una forza fisica spaventosa. Dalla stagione scorsa a oggi non si è mai fermato. In estate, con la Giamaica, ha fatto prima la Coppa America in Cile, dall’11 al 20 giugno, poi, sempre con la Giamaica, è andato in Canada per la Gold Cup, la Coppa del Nord e Centro America, iniziata il 7 luglio e finita il 20 dello stesso mese. In quel torneo, Morgan è arrivato in finale (persa 1-3 contro il Messico, ndr). L’8 agosto era regolarmente in campo al debutto in Premier League contro il Sunderland (4-2 per il Leicester, ndr) e da allora ha sempre giocato senza saltare nemmeno un minuto. Ogni tanto lo lascio libero per 3-4 giorni per farlo riposare mentalmente, ma secondo me non ne ha nemmeno bisogno…».

Fuchs potrebbe giocare in una grande di Serie A? «Per ora lo tengo con me. E’ un terzino che spinge tantissimo, con un piede sinistro fantastico, ed è molto attento in fase difensiva».

Lei chiama Kanté il motorino. «Non mi sorprenderò il giorno che crosserà la palla dalla fascia e arriverà in area di rigore a colpirla di testa. E’ uno che sa dove arriva il pallone, dove si gira l’avversario, sa tutto prima. Lo abbiamo preso dal Caen perché tra i cinque campionati più importanti d’Europa era al primo posto per numero di palloni recuperati. Quest’anno, idem».

Drinkwater è la spalla di Kanté. «E’ uno dei classici centrocampisti inglesi, qui li chiamano “box to box”, ha dinamismo, sa fare tutto, passaggio corto e passaggio lungo. Con Kanté è come se fossero un giocatore unico tanto forte è la loro intesa. Non hanno una posizione fissa, se uno attacca l’altro copre».

Albrighton sulla fascia. «E’ un’ala pura, un’ala destra che ho messo a sinistra. E’ un grande lavoratore, ha colpi notevoli, ma anche uno spiccato senso del sacrificio come tutta la squadra. Ecco, Albrighton incarna l’anima del Leicester».

Mahrez ha punte di qualità sbalorditive. Cosa gli ha detto dopo quel gol a Manchester? «E’ stato un gol pazzesco. Lui sapeva che l’aspettavano sulla sinistra, perché quello è il suo piede preferito, e invece l’ha saltato sulla destra. Quest’anno ci ha regalato magie incredibili. Come tecnica non so a chi può somigliare, ha una qualità immensa, è il nostro punto di riferimento: quando dobbiamo inventare, diamo la palla a lui».

Vardy sembra lo Schillaci del ‘90, tocca il pallone e lo mette dentro. «E’ vero, però ha una caratteristica particolarissima, una corsa a mille all’ora che si mantiene sempre sulla stessa velocità. Parte a mille e arriva a mille. Trova subito la velocità di punta e non la perde più».

Ora l’Arsenal. All’andata ne avete presi cinque, la sconfitta più pesante di tutta la stagione. «Sarà un’altra partita difficilissima, l’Arsenal è una grande squadra. All’andata però la partita era aperta: siamo passati in vantaggio, abbiamo sbagliato il gol del 2-0 e loro in contropiede hanno segnato. Con la loro qualità ti possono far gol in ogni momento».

Sull’Arsenal pesa la pressione del candidato alla Premier. Sul Leicester? «Noi viviamo la nostra spregiudicatezza».

Dopo aver creato una squadra, un gruppo del genere, qual è il suo prossimo obiettivo? «Quello del presidente. Quando ho firmato, il nostro programma era chiaro: c’era da costruire questa squadra portandola gradualmente ai primi posti. Sappiamo di vivere un anno particolare, stiamo andando bene perché le grandi non stanno tenendo il ritmo, ma il nostro piano non cambierà il prossimo anno, al di là di quanto accadrà alla fine di questa stagione. Dovremo continuare a costruire per puntare, nel giro di 3-4 anni, ai primi posti della Premier e lottare per l’Europa. Se per un anno abbiamo anticipato tutto questo non dobbiamo esaltarci, il prossimo anno ripartiamo da zero».

Vuol dire che lei resterà lì. «Vorrei stare qui a lungo, mi trovo bene, le cose funzionano bene, tutti stanno dentro ai propri confini e per raggiungere certi obiettivi è la strada giusta».

La Redazione

 

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