Nonostante un passato vincente e bianconero, Fabio Cannavaro tiferà per il Napoli, perchè “io sono napoletano”. Ha vissuto tante partite decisive e pressanti, gare prima delle quali a poco servono le parole…Se Juventus-Napoli è la sfida spettacolare e “indecisa” di questa stagione è molto merito dei suoi allenatori…
Si immaginava un Napoli così forte? «Lo scetticismo iniziale nei confronti di Sarri era giustificato solo dalla delusione per come erano andate le cose lo scorso anno: lui è arrivato, ha lavorato, ha dato una identità alla squadra in tempi rapidissimi».
La sua intuizione migliore? «Direi due: piazzare Jorginho là davanti alla difesa in un ruolo che esalta le caratteristiche del brasiliano e l’essersi reso conto in fretta che con tutti quei bravi esterni che si ritrova era meglio lasciar perdere il trequartista».
E Allegri? «Ha risollevato un gruppo che pareva, dopo la finale di Champions, aver chiuso un ciclo. E invece non è così: la Juve ha sempre fame, è nel suo Dna. Certo, è meno spettacolare della squadra di Antonio (Conte, ndr) ma è più compatta. Direi: più tedesca che italiana».
Quanto pesa l’assenza di Chiellini? «Direi tanto. Ma l’organico della Juventus è così ampio che alla fine Allegri troverà una soluzione che non ne farà sentire più di tanto la mancanza».
Come si vive la vigilia di una partita che sembra una finalissima? «I calciatori sanno bene quello che devono fare. Certo, ascoltano l’allenatore, vedono insieme i video degli avversari, lavorano alle contromosse. Ma meno si parla e meglio è. Non c’è bisogno di cariche speciali e neppure di discorsi epici: le motivazioni si trovano dentro di sé».
Tratto da Il Mattino