È un Pescara buonista, troppo «morbido» per essere vero. Potrebbe divorare la Salernitana nella ripresa, invece stoppa a sette le vittorie di fila con un pari che è un liofilizzato di recriminazioni, veleni e lancia a +7 il Crotone. Finisce pari anche la sfida tra amici-avversari, Lapadula-Donnarumma: un gol per uno,pesantissimi. L’anno scorso spinsero Teramo verso un sogno svanito, in tribuna oltre al c.t. del Perù Gareca (per visionare il pescarese), c’era chi ricordava come — nell’estate 2014 — furono offerti entrambi, gratis, alla Salernitana, ma se ne fece nulla. PARI EQUO Il pari ci sta, non è furto con scasso, anche perché la Salernitana sbaglia un rigore dei due concessigli. Ma dal Pescara ti aspetti che morda l’avversario una volta in 10 (Zito col piede a martello entra su Memushaj poco prima del riposo), che graffi dopo avere riagguantato l’1-1 con una azione da cineteca: tre tocchi a spaccare la difesa granata, cross di Caprari, Lapadula stoppa di petto, palla a scorrere tra due avversari e, torcendo il busto, piazza di rasoterra tra palo e portiere. Pareggio momentaneo, logico, resetta il vantaggio campano (su rigore, Fiorillo atterra Donnarumma, Coda realizza il terzo gol in tre gare di fila), ma soprattutto disegna un copione intrigante: tutta la ripresa con un uomo in più all’assalto dei ragazzi di Lotito al quale la curva dedica un coro: «Meritiamo di più». La risposta del patron? In sala stampa storce il muso per le 11 espulsioni (record, fuori anche Empereur) della Salernitana. «Siamo attenzionati, noi e la Lazio… La legge per gli amici si interpreta, per i nemici si applica». LA CHIAVE Il fatto è che il Pescara vive amnesie e realizza strafalcioni da fare stropicciare gli occhi, come l’ingenuità di Caprari che becca il secondo giallo al 17’ della ripresa, sull’1-1, tant’è che il vantaggio pescarese arriva in parità numerica (bella girata di Verde al volo, assist di Lapadula da sinistra). Non basta: Zuparic scopre velleità da pallavolista, di mano intercetta in area un pallone deviato di testa da Donnarumma (Fiorillo respinge il rigore 2’ dopo il 2-1), o nell’azione del 2-2 salernitano quando il cross di Ceccarelli trova solo, in area, Donnarumma che addirittura pareggia di petto, manco fosse una partitella del torneo aziendale. La Salernitana tira un sospiro di sollievo con l’usato garantito rivoluto da Lotito: richiama Menichini, che ritrova Salerno lasciata a giugno e la B dopo tre anni esatti (6 febbraio 2013). Ma la classifica granata fa ancora tremare. Tanto.
Gazzetta dello Sport