APPROFONDIMENTO – Sarri vs Allegri: un faccia a faccia fino all’ultimo grido

Napoli e Juventus sono a pochi punti l'una dall'altra. I due tecnici toscani sono esaltati dalle rispettive tifoserie. Intanto c'è chi si gode questo campionato davvero emozionante

Sarri e Allegri. Questo è il confronto, questo è il racconto.
Due allenatori che tra una sfida e l’altra cominciano a scrivere la storia del calcio italiano e tendono sempre più a sgomitare in maniera del tutto pulita a suon di schemi e tattiche per farsi spazio sui palcoscenici più importanti d’Europa.

Ebbene sì. Non siamo di certo alla frutta anche perché il campionato è ancora lungo e nessuno l’ha vinta e nessuno ancora perdona. Si vince; si segna tanto e si subisce davvero poco da entrambe le parti. Da Torino a Napoli la strada è lunga ma le sensazioni sono praticamente le stesse: voglia di fare, voglia di non rinunciare, voglia di vincere! Come non accadeva da anni, questo campionato 2015/2016 porta con se’ una strana magia, uno scontro dal sapore piacevole, senza alcuna sbavatura fino a quì; una classifica che guardandola inorgoglisce gli amanti del calcio e riempie i cuori di agonismo e piacevoli sensazioni sulla pelle. Pane per veri tifosi insomma, da sgranocchiare fino all’ultimo pezzo, fino all’ultima di campionato. Almeno questo un po’ tutti si augurano. E la magia sta proprio nel confronto, nelle poche dichiarazioni rese da entrambi le parti; dichiarazioni trapelate a suon di frecciatine e lunghi silenzi per non agitare acque e squilibrare gli ambienti che invece si dicono sereni e tranquilli.

Sarri è bello come un Dio greco. Non per la fisicità o per l’estetica. Ma è proprio il suo atteggiamento a renderlo bello. E’ così che lo respira la sua Napoli. Quando entra allo Stadio tutti in coro salutano e si inchinano non fermando di certo gli applausi. E lui, intimidito e anche un po’ imbarazzato alza le mani ricambiando l’applauso ai suoi “fedeli”. Da quì partono le emozioni di una intera città che, amalgamandosi coi colori azzurri, proprio non riesce più a fare a meno di crederci. La gloria va cercata, poi ricercata, poi sofferta, poi raggiunta. E lo sportivo toscano in tuta lo sa bene, anzi, benissimo! Sa bene quanta fatica si deve fare per giungere ad un obiettivo. Lo sa bene da quando lavorava in banca e l’amore lo ha portato a spostare i suoi obiettivi verso un pianeta opposto: il calcio. Ha cominciato presto, prima giocando in serie dilettantistiche, poi proseguendo sulla panchina, restando così attaccato all’erbetta verde. La vita da ct comincia presto. Arriva con fatica all’Empoli dove svolge un lavoro onesto e pulito. Fa della squadra toscana una vera e propria medaglia da incedere sul cuore. La porta a vincere contro grandi squadre e lo stesso viene sempre più esaltato da stampa e tv, e gli estimatori crescono a dismisura. Tutti almeno una volta ci siamo chiesti “Ma questo Sarri è proprio forte! Guarda come gioca bene L’Empoli”! Dal provincialismo dotato di buon senso, umanità e grande modestia rimbalza la sua migliore virtù: lavorare e studiare. Nell’anonimato, il tecnico napoletano naturalizzato toscano, comincia invece a respirare vittorie e profumi di grandi obiettivi da raggiungere, e qualcuno, in basso allo stivale, comincia a tenerlo seriamente in considerazione.
Parliamo del padron azzurro Aurelio De Laurentiis il quale lo osserva e in un tira e molla con Mihajolovic in poco tempo lo sceglie e lo porta a Napoli. Pochi, pochissimi a dire il vero credono nel tecnico delle grandi imprese. Napoli non vuole vivere nell’anonimato, Napoli non vuole restare una provinciale ma vuole portarsi in alto come solo le grandi squadre Europee riescono a fare e perciò Sarri non va bene. Non viene esaltato, nemmeno fischiato, non viene elogiato, nemmeno mandato giù. “Lasciatemi lavorare. Con questa squadra faremo grandi cose!”. Questo il succo (più o meno) delle parole rilasciate alla stampa nei giorni seguenti alla firma del contratto con la ssc Napoli.

Arriviamo ai giorni nostri. Il Napoli si “costruisce” nel vero senso della parola. Acquista carattere ben diverso dall’era Mazzarri prima e Benitez dopo. Questa è solo l’era di Maurizio Sarri. Il “tecnico studioso” rispolvera gli animi, le gambe, i bomber e … la classifica.
Il Napoli vola, vola tra le stelle, vola alto e diventa grande. Ora il Napoli ci crede e i tifosi, gli stessi che non gli credevano, ora invece gli sono devoti … proprio a lui che ci assomiglia assai.
Solo un napoletano dalle radici vive sarebbe riuscito ad innamorare una città intera.
Grazie Maurizio, siamo fieri di te.

A cura di Emma Caterino

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