De Giovanni al CdS: “Juve-Napoli senza tifosi azzurri? Non voglio alibi ma il calcio è finito”

Mani in alto: perché quando non è ancora cominciata, e il pallone è un contenitore assolutamente vuoto, tra le pieghe della fantasia c’è la Juventus-Napoli che il commissario Ricciardi vive in una stanza piena d’emozioni. Si gioca, ma per gioco, e però sa di spy-story vissuta, un noir negli angoli più misteriosi d’una sfida immaginifica che Maurizio De Giovanni scrive per sé, in quel romanziere che ha un cuore (azzurro) che batte.

Commissario, proceda pure: ha facoltà di «arrestare» un giocatore juventino prima del fischio d’inizio. «Non voglio ombre sulla nostra vittoria, non ci sono paraventi: è una match senza esclusione di colpi, tra due avversari che se le suonano di santa ragione al centro del ring».

C’è un assassinio dunque…? «Certo che sì: trent’anni dopo la presa di Torino, sta per cambiare di nuovo la nostra storia. E ci vuole una data: 13 febbraio 2016. Gli elementi narrativi sono giganteschi. All’epoca, c’era un nano con i riccioli e le scarpette slacciate che andò a mettere il cappello sulla sedia sbagliata. E ora c’è uno scugnizzo che mi ricorda tanto il ragazzo delle quattro giornate che va a tirar la pietra al carrarmato tedesco».

La sociologia non ha pagine per sé. «E’ appartenuta a un altro calcio: sta

volta si fanno i conti con una grandezza palpabile. Napoli è l’unica metropoli che ha una sola squadra; Napoli è identitaria; Napoli è città-mondo; Napoli è città-pianeta».

E’ una partita senza napoletani. «La sconfitta del calcio. I napoletani subiscono i cori e non replicano, perché sostengono la propria

squadra e non hanno le caratteristiche del tifoso violento, a parte le solite teste calde. E’ una decisione che amareggia».

La trama è svelata…. «Circostanze strane e irripetibili si sono create: arriva in panchina la quinta scelta, si siede a parlare con quelli che hanno giocato nel Real Madrid ed invece di sentirsi dire: ma cosa vuoi, noi abbiamo vinto tutto e tu vuoi spiegarci cosa fare? s’accorge che lo ascoltano, che lo stanno seguendo. E’ fuga per la vittoria».

Corriere dello Sport

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