Ha vinto l’indifferenza: la tifoseria irpina ha riservato una fredda accoglienza per Rastelli che ha sporcato i suoi splendidi anni da calciatore e allenatore gestendo male l’interruzione anticipata del suo rapporto con l’Avellino. «Capisco l’accoglienza dei tifosi, quando finisce un amore, per il modo in cui è finito, credo sia normale registrare questo tipo di reazione. La accetto ma si va avanti», ha commentato Rastelli mentre lasciava finalmente quello stadio in cui ha vissuto tanti momenti felici: era ormai mezzanotte, s’è infilato nell’auto di un amico con direzione Pompei per trascorrere una giornata in famiglia. Dalla sua abitazione ha continuato a rilasciare pure ieri interviste in tv nel tentativo di fare valere le sue giustificazioni che, invece, hanno ulteriormente irritato i tifosi irpini. Nemmeno è servito l’occhio umido mostrato durante le dichiarazioni intrise di sdolcinati concetti che il tecnico s’è premurato di snocciolare dinanzi alle telecamere. Perché al di là delle belle parole espresse nel dopogara dal tecnico del Cagliari, l’accoglienza è stata fredda: oltre i fischi, che Rastelli s’aspettava, al suo arrivo allo stadio ha ricevuto solo qualche formale saluto, quale forma di forzata cortesia, dai suoi ex dirigenti e dal personale dell’Avellino che aveva lavorato con lui.
«Mi sarebbe piaciuto giocarla in parità numerica», è stato il rammarico di Attilio Tesser che ha tentato, con varie modifiche in corsa, di sistemare la sua squadra penalizzata dall’espulsione di Sbaffo. Per il centrocampista è in arrivo la squalifica, così come per Paghera che era diffidato. E così, per la gara di Novara, ci sarà un centrocampo di assoluta emergenza visto che mancheranno ancora Arini e D’Angelo, le cui condizioni fisiche impediranno loro di essere in campo. Per fare fronte all’emergenza, potrebbe essere utilizzato William Jidayi a centrocampo, ma Tesser dovrà individuare almeno altri due elementi da affiancargli per allestire quel reparto.
Corriere dello Sport