Stefano Ceci, uno che ha avuto la tenacia del proverbiale ‘pappice’ “che ha avuto una grande forza nel gestirlo e diventarne nel tempo il fiduciario” (parole dello storico capitano Peppe Bruscolotti). “Ho potuto realizzare il sogno di avvicinarmi a Diego; da bambino partivo la mattina prestissimo dalla Calabria dove vivevo e già alle 6 del mattino mi nascondevo nello stadio. All’età di 25 anni, a Cuba, ho voluto incontrare non il calciatore ma l’uomo e lì ho trovato una persona sola; ho pensato solo ad abbracciarlo, ne ho accettato sofferenze e vita e Diego lo ha capito ed apprezzato. Ho vissuto in simbiosi con lui: sono dimagrito, ingrassato, mi sono ammalato con lui; la medicina legale di Catanzaro mi ha addirittura definito ‘dipendente non da sostanze ma da Maradona’ “. Ne ha parlato ieri sera al Gran Caffè Gabrinus.
A cura di Maria Villani