La partita di coppa Italia che ha visto gli azzurri uscire sconfitti oltre i propri demeriti per mano di un’Inter più fortunata che forte e che deve gran parte della qualificazione alle prodezze di Handanovic, ha registrato nel finale uno show ignobile. Ad accendere la miccia, neanche a dirlo, Roberto Mancini offeso, a suo dire, dal tecnico del Napoli, Maurizio Sarri. Premesso che le parole di Sarri siano senza dubbio da condannare, è altrettanto giusto sottolineare la pochezza del Mancini uomo, poiché la sua mediocrità di allenatore lo dimostra l’Inter in ogni partita. Il tecnico di Jesi, che ha ritenuto giusto rivelare le offese rivoltegli da Sarri, ha persino rincarato la dose il giorno successivo a quello della partita, rilasciando una lunga intervista ad un quotidiano nazionale, confermando le accuse di razzismo e omofobia all’allenatore del Napoli e facendosi paladino della dignità degli omosessuali. Nel fare ciò ha commesso la prima gaffe, affermando che (Sarri) ‘...mi ha detto frocio e finocchio, io sono orgoglioso di esserlo se lui è un uomo’. Leggendo tra le righe, gli omosessuali non sarebbero uomini secondo Mancini…ma non è omofobia questa? Costui è lo stesso personaggio che, qualche tempo fa, in merito ad un episodio che riguardava il suo amico Mihajlovic (che apostrofó Vieira in maniera razzista appellandolo con il termine negro) disse: ‘Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti, credo che possano superare le tensioni e finirla. Nel corso di una partita l’agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare, l’importante è che tutto finisca lì’. Come mai il buonista Mancini ha rifiutato le scuse di Sarri (ndr oggi accettate), apostrofandolo a sua volta con altrettante offese e accusandolo di razzismo? Come mai Mancini non ha considerato lo scambio di offese reciproche come un fatto di campo? E soprattutto, come mai nessuno fa cenno a quel ‘ti aspetto giù’ rivolto al suo omologo del Napoli, che ben si è visto in diretta tv e da cui è nata la lite? Non è forse una minaccia, oppure è una semplice ragazzata? La speranza è che, avendo violato una legge non scritta del mondo del calcio ed avendo esternato le parole di un collega, Mancini ne subisca le conseguenze; in fondo è quello che meriterebbe. Come mai l’integerrimo Roberto, così indignato dal razzismo, non denuncia le porcherie, insulse e razziste che i suoi tifosi dicono contro Napoli e i napoletani? Per rinfrescare la memoria al buon Mancini, ricordiamo cosa commentò in merito agli striscioni vergognosi esposti dalla tifoseria interista durante Inter-Napoli del 2007: ‘…iniziate a non farli vedere, quegli striscioni. Voi fate cronaca? E io dico la mia… Siete dei falsi moralisti. Caro (…si fa per dire…) Mancini, l’unico falso moralista, arrogante, violento e offensivo sei tu! Se questa è la linea che è stato deciso di tenere, ben venga ed al primo insulto razzista degli interisti, capitan Hamsik porti la squadra fuori dal campo e faccia applicare il regolamento! Fin qui la lite tra i due tecnici. Chi ha fatto peggio è stata un certo tipo di stampa, che si è fiondata dentro la notizia come il peggiore degli sciacalli. Il riferimento è, in primo luogo, ad un quotidiano sportivo piemontese che solo nella repubblica delle banane del bel paese può essere considerato nazionale. Il tentativo, tanto goffo quanto ignobile, è quello di destabilizzare l’ambiente azzurro per tirare acqua al mulino della vecchia signora, in lotta per lo scudetto proprio con il Napoli. Se loro sono tutti Mancini, noi SIAMO TUTTI SARRI e, pur stigmatizzando le sue parole offensive, è doveroso fare quadrato attorno ad una persona perbene e coerente oltre che ad un tecnico palesemente capace. Pur di offendere Sarri è stato detto e scritto che è un allenatore strapagato, omettendo di dire che il suo omologo interista guadagna circa tre volte di più e, pur facendo spendere al proprio presidente vagonate di milioni è costretto a guardare il tecnico di Figline Valdarno dal basso verso l’alto. Qualcun’altro della stampa nazionale, di fede intersita, pur di giustificare il tecnico nerazzurro e attaccare il Napoli ha dichiarato che ‘…l’insulto aggressivo incoraggia il cattivo comportamento degli stadi. Perché seppellire di fischi gli avversari appena giocano la palla? Al San Paolo accade sistematicamente. Che senso ha? Senza buoni avversari non ci sarebbero belle partite: no?’ Quindi cari napoletani, non fischiate i poveri avversari e se proprio vi state annoiando potete sempre lanciare un motorino giù dagli spalti! Ma chi ha davvero toccato il punto più basso è la Rai, la tv di Stato che, dopo aver mandato per tre volte le dichiarazioni di Mancini e solamente una volta le scuse di Sarri, si è prodigata in un processo sommario all’allenatore azzurro, auspicandone una lunga ed esemplare squalifica…e meno male che non esiste la pena di morte! La Rai però è recidiva, perchè durante la tragedia che costò la vita a Ciro Esposito, prima della finale di coppa Italia del 2014, puntò il dito contro Genny ‘a carogna, completamente estraneo a tutta la vicenda, reo di essere napoletano. MAMMA RAI VERGOGNATI!!! Un accanimento mediatico eccessivo rispetto alla portata dell’episodio con il chiaro intento di danneggiare il Napoli che, evidentemente, deve dare parecchio fastidio al primo posto in classifica. Lo stesso allenatore partenopeo, giunto ai vertici del calcio che conta solo a 57 anni ed esclusivamente per meriti propri, deve procurare nottate insonni a tanti personaggi. Sarri ha sbagliato, è fuori discussione, ma ci ha messo la faccia e chiesto pubblicamente scusa. Roberto Mancini, viceversa, è colui che ne esce moralmente a pezzi. Colui che voleva passare da vittima del carnefice toscano è lo stesso che, nel 2001, alla guida della Fiorentina, apostrofò un giornalista nello stesso modo con cui è stato offeso da Sarri. Una figura infima tale che persino il quotidiano sportivo nazionale ha dovuto, suo malgrado, fare un passo indietro e rimangiarsi il titolo di prima pagina, con cui aveva sommariamente processato e condannato Sarri. Per dovere di cronaca, Sarri è stato squalificato per due turni di coppa Italia, non essendoci stato comportamento discriminatorio. A Mancini invece hanno comminato una ammenda per comportamento intimidatorio. Finalmente una giustizia sportiva equa anche se c’è ancora chi non si capacita della mancata mannaia sulla testa del buon Maurizio, invocando l’intervento dei vertici federali. In mezzo a tanto squallore mediatico, uno sprazzo di bellezza lo hanno offerto i tifosi del San Paolo e la squadra azzurra. I tifosi azzurri hanno intonato l’ormai famigerata UN GIORNO ALL’IMPROVVISO, nonostante la sconfitta. Reina e compagni, sotto le curve a cantare e a salutare i tifosi. Chissà come mai questa volta nessuno abbia proferito parola in merito. Complimenti al pubblico napoletano, un pubblico maturo che meriterebbe qualcosa di grande. Però adesso, a conclusione di tutto, per dirla con Maurizio Sarri il pensiero deve essere solo uno: SAMPDORIA!
Riccardo Muni