Durante la trasmissione A.C.A.N CON GLI AZZURRI, in onda sul canale 79 del digitale terrestre, digita qui per vedere l ‘intera trasmissione, e’ intervenuto Fabio Andreotti, procuratore di Lorenzo Insigne. L’agente ha svelato alcuni retroscena interessanti della carriera del suo assistito: “Lorenzo a volte non ci pensa, sarà la giovane età, sarà la voglia di giocare sempre, sarà la grinta, ma gli vengono momenti di cui a fine di una partita si pente. Vi confesso che ci messaggiamo e lui a mente fredda capisce di aver sbagliare, in buona fede però perchè vuole sempre aiutare la squadra o far gol. Quando si parla di pazienza però Insigne è un giovane-vecchio, quando lui era nel settore giovanile e non veniva scelto per le Nazionali, non si è mai lamentato, così come il papà.”
MESSO ALLA PORTA DA MAZZARRI – “Anche completato il percorso e giunto in Primavera, veniva messo da parte perchè piccolino ma dopo un pò divenne un riferimento. L’anno dopo i primi abboccamenti con squadre di Serie C e finisce prima a Cava, poi a Foggia, con un percorso di crescita importante che culmina a Pescara. Torna al Napoli dove Mazzarri, nonostante gli elogi del presidente, non gli assicura il posto da titolare se non qualche partita in Coppa Uefa, obiettivo poco importante. Due anni fa gli avevano svuotato l’armadietto ma Lorenzo, con molta umiltà, abbassò la testa e riconquistò gli scettici.”
SOLDI? NO, GRAZIE – “Come quando a 17 anni gli arrivò una ricca proposta da un club inglese, quattro volte superiore a quella che il Napoli gli avrebbe poi garantito. Lorenzo ha avuto spalle larghe non solo quella volta: quando a Luglio andò ai Mondiali, in Brasile c’era un’azienda importante, con spazi pubblicitari ricchi e importanti, che voleva utilizzare la vita di Insigne. Per motivi di diritti d’immagine, legati al Napoli, la trattativa saltò e la pubblicità non si fece.”
TANTO SACRIFICIO TATTICO – “Quest’anno Lorenzo sta facendo una grande stagione, da attaccante: in questo Mazzarri ha molti meriti, con lui Insigne giocava più di Pandev. Questo piccoletto ha dei numeri importanti, per lo staff medico è il primo che sotto l’aspetto organico ha grande intensità e la capacità di mantenerla per 90 minuti. Per questo Mazzarri lo chiamava in fase di non possesso a sacrificarsi, per non parlare di Benitez: la media era di 14 km a partita, con la capacità di ripartire. Oggi Sarri gli riconosce la sua identità, come accadde con Zeman, ed è normale che un attaccante riavvicinato alla porta è letale.”
SULLA POLEMICA CON CONTE – “Lorenzo non è mai uscito dal circuito della Nazionale, nonostante le dichiarazioni di Conte. In molti non sanno che quando si decise di lasciare la Nazionale, dietro c’è una relazione del medico ed un confronto col CT. Contro la Fiorentina rientrò, avendo fatto soltanto gli ultimi due allenamenti e giocando solo 55 minuti. A Coverciano lui insistette per allenarsi con la Nazionale, anche non potendo, perchè capii le esigenze di Conte. Il ginocchio gonfio gli impedì questo, insieme a Conte si decise di mandarlo a casa. Le sue esternazioni furono un avviso ai naviganti, un’opportunità per un grande motivatore come Conte di lanciare, attraverso i casi Insigne e Berardi, un segnale d’importanza di chi faceva parte del giro. È anche giusto provare altri giocare, alzare l’attenzione in vista degli Europei e sono convinto che Lorenzo verrà convocato in Francia.”
RETROSCENA DI MERCATO – “Ci sono tanti club che corteggiano Insigne e noi dobbiamo ascoltare tutti: a 17 anni, senza contratto, potevamo andare in Inghilterra ma scegliemmo di passare per la sede del Napoli, grazie al padre. Marino offrì un minimo contrattuale e Lorenzo fu contentissimo da tifoso. Quando andammo via da Pescara, insieme a Verratti, il principe del PSG stimava molto anche Lorenzo ma non ha mai ceduto a certe lusinghe. In Estate c’è stata una società italiana che ha fatto una richiesta ufficiale al Napoli per avere Insigne,: parlammo con De Laurentiis che rifiutò categoricamente. Si tratta di una società che sta nei vertici ma non è la Fiorentina. Le cose possono cambiare da un momento all’altro, il sogno è rimanere tutta la vita al Napoli ma le volontà non sempre bastano. Ci sarà bisogno anche di un contratto importante, come successo alla famiglia Sensi con Totti: il contratto importante è spesso una capacità dell’azienda di bollare un ragazzo come intoccabile, più che una questione economica.”