Con il titolo platonico di campione d’inverno e la testa della classifica agguantata per la seconda volta in questo campionato, il Napoli era chiamato a dare un nuovo segnale di maturità, memore della debacle di Bologna all’indomani del precedente primato. L’avversario di turno, l’ottimo Sassuolo di Eusebio Di Francesco, era un banco di prova piuttosto attendibile e, proprio per questo, il successo ottenuto contro i neroverdi emiliani, ha un valore assoluto di tutto rispetto.
Per giunta, la partita era cominciata nel peggiore dei modi, con il vantaggio degli ospiti realizzato su rigore dopo pochi minuti e, sotto di un gol, chiunque aveva immaginato il peggio, una sorta di maledizione attorno alla squadra partenopea. Da squadra matura, invece, il Napoli ha servito l’uno-due del sorpasso prima che arrivasse l’intervallo. Sugli scudi il tridente Higuaìn-Callejòn-Insigne ed il loro fine ispiratore, capitan Hamsik. Ma è tutta la squadra che ha esibito il meglio del proprio repertorio, fatto di fraseggi prolungati per irretire gli avversari e farli correre a vuoto, di pressing sistematico e di giocate talmente perfette ed esaltanti da sembrare un videogame. I magnifici quattro del reparto avanzato hanno fatto la differenza: Insigne ha servito a Callejòn l’assist per il primo gol in campionato del tornante spagnolo; Hamsik ha colto il guizzo giusto del Pipita per mandarlo in rete e per far esplodere di gioia il San Paolo. Ma l’insaziabile bomber argentino, servito da Callejòn abile a mantenere vivo un pallone destinato ad uscire sul fondo, ha chiuso i conti con il 3 a 1 finale e la sua quinta doppietta nelle ultime sette partite. Venti gol, in altrettante partite di campionato sono una cosa da extraterrestri, cose mai viste prima d’ora e che alimentano i sogni tricolore di tutta la piazza partenopea. La Juve rappresenta lo spauracchio più grosso, poiché a suon di gol, con Dybala in testa, ha tenuto la scia della capolista lanciando il guanto di sfida per una lotta serrata punto a punto che si preannuncia esaltante e stressante…ma ben venga lo stress da primato. Male tutte le altre inseguitrici con il Napoli che guadagna due punti sull’Inter, altrettanti sulla Roma e ben tre sulla Fiorentina; e questa, in chiave Champions, rappresenta senza dubbio la notizia migliore della prima di ritorno. Da brividi il San Paolo che, a pochi minuti dal termine, ha cominciato ad intonare l’inno dei successi partenopei, per esorcizzare la paura di subire il pareggio beffa dagli ospiti e come un canto propiziatorio per il terzo gol del Napoli che ha chiuso definitivamente la partita. A fine gara, l’ormai consueto giro di campo con gli azzurri sotto la curva a festeggiare e cantare con i tifosi, con buona pace di tutto coloro che criticano! E così, quello che può pensare e cantare un semplice tifoso…un giorno all’improvviso mi innamorai di te caro Napoli, primo in classifica in barba a tutte le previsioni della passata estate; il cuore mi batteva non chiedermi perchè, è solo l’emozione di vederti dominare gli avversari dando la sensazione di onnipotenza; di tempo ne è passato da quell’aprile ’90, ma siamo ancora qua al tuo fianco a spingerti affinchè il sogno possa ripetersi; ed oggi come allora difendo la città, da tutti quegli sparuti gruppi isolati che non rappresentano le rispettive tifoserie ma che, nella realtà, sono un nutrito gruppo di razzisti che incitano il Vesuvio affinchè renda loro giustizia. Comunque andrà a finire questo campionato, i tifosi partenopei ringrazieranno la squadra, perchè fieri di coloro che stanno indossando ed onorando la maglia azzurra. L’ultimo pensiero è rivolto ancora una volta ad un calciatore della Fiorentina, squadra per la quale il Napoli, evidentemente, deve rappresentare un vero e proprio incubo. Dopo i commenti grotteschi di Ilicic, alla sagra de ‘le ultime parole famose’, si è aggiunto Marcos Alonso che, a poche ore dalla prima giornata di ritorno, si era detto convinto che la sua Fiorentina fosse squadra da scudetto, affermando che il Napoli, nonostante il titolo platonico di campione d’inverno, non fosse attrezzato per il titolo iridato. Peccato per lui che il divario tra le due squadre è passato da tre a sei punti. Ultimamente, i calciatori della viola stanno perdendo molte occasioni per fare bella figura tacendo. I sei punti di divario tra il Napoli capolista e la Fiorentina, rappresentano la minima distanza in grado di esprimere la differenza tecnica e di valori che esiste tra le due squadre, con la compagine gigliata e la società aspramente criticate dalla propria tifoseria che troppo presto aveva creduto nel colpaccio tricolore.
Riccardo Muni