I paragoni tra questo Napoli, targato Sarri, e lo splendido Napoli de o’ Lione, Luis Vinicio, si specano. Anche quell’ anno, come pare ripetersi ora, il duello sarà con la “nemica calcistica” di sempre, la Juventus. Ma Vinicio dice che stavolta, perchè no…
Si rinnova il duello con la Juventus come nella tua seconda stagione sulla panchina del Napoli nel 1974-75. «Noi perdemmo le due partite con i bianconeri, mentre il Napoli di oggi ha vinto la prima al San Paolo e non è detto che non possa ripetersi a Torino come fece il Napoli di Maradona vincendo il primo scudetto partendo proprio dalla vittoria sul campo della Juve».
Tu non avevi i fuoriclasse di oggi. «Ma avevo giocatori determinanti, non solo Clerici irriducibile, ma Juliano vero metronomo della squadra e Bruscolotti, tanto per citare i più esperti».
Era il 1974-75 con la vittoria da due punti. Furono decisivi i confronti con la Juve, persi entrambi. «A Torino, nel ritorno, si sa come andò. Potevamo fare il 2-1 con il tiro di Juliano che Zoff sventò con una prodezza. Poi perdemmo a due minuti dalla fine con l’ingresso di Altafini che segnò il gol della vittoria su corner. Prima del match eravamo a soli due punti dalla Juve. Il Napoli aveva ceduto Altafini e Zoff ai bianconeri tre anni prima, quando Josè aveva34 anni e Zoff 30».
Sconfitti e applauditi. «Mi piacevano gli applausi solo quando vincevo. Ma quello fu un grande campionato. Segnammo più gol di tutti, cinquanta in trenta partite, e subimmo solo tre sconfitte, le due con la Juve e a Bologna su rigore. La Juve perse cinque partite, ma ne vinse quattro più di noi».
Tratto da Il Mattino