Svela il segreto con sincerità: «Trotta ha chiesto di venire in ritiro ma non pensavo di farlo giocare, poteva anche non esserci con la testa nella situazione in cui si trova, con l’attesa di trasferirsi in un’altra squadra e magari senza volere rischiare qualcosa. Invece l’ho visto carico e gli ho detto che se doveva andare via, poteva almeno lasciare un segno importante. Lo ha fatto», dice con grande soddisfazione Attilio Tesser che ancora una volta ha indovinato la sostituzione. «Merito dei giocatori a sviluppare il gioco e fare gol. Sono contento perché chi entra dalla panchina può essere
Sei vittorie di fila. E il presidente Taccone dice che non finisce qui. «Mi auguro abbia ragione. Io non posso fare promesse, le partite non si vincono con i proclami ma allenandosi bene in settimana. Ma quello che dice il presidente mi rende orgoglioso di lavorare con l’Avellino, perché avverto da sempre enorme fiducia per il mio lavoro e quello dei ragazzi».
Poche parole sul derby, evitando accuratamente di ricordare quello di andata e le aspre critiche ricevute a Salerno in sala stampa. «La partita è stata contratta così com’era prevedibile per la tensione che caratterizza appuntamenti del genere. Abbiamo trovato il ritmo giusto dopo aver subìto qualche iniziativa avversaria, ma nel secondo tempo in campo si è visto solo l’Avellino mentre la Salernitana mai ha tirato in porta, se non durante il recupero quando avrebbe potuto pareggiare. Però sarebbe stata una beffa e una ingiustizia per noi. Un applauso al pubblico per la correttezza. Dispiace per loro, ma noi questo momento vogliamo proprio godercelo», conclude Tesser.
Poi capitan D’Angelo, salernitano di Ascea: «Per me è stato qualcosa di speciale. Io mi sento avellinese anche se sono cilentano. Questa maglia me la sento cucita addosso. Dopo sei vittorie non ci montiamo la testa perché sappiamo da dove veniamo: con questa mentalità e con questa umiltà andremo a Modena per provare a fare la settima».
Corriere dello Sport