Trentuno punti in 18 gare giocate. Potenzialmente lo stesso cammino dei giallorossi in odore di scudetto in estate. Programmazione e sguardo al futuro, italianità e progetto. Allenatore emergente e calciatore che ha vinto in contesti difficili in passato, leggi Roma. Una realtà che sa di un iceberg la cui punta è sorretta da ciò che non si vede all’esterno cioè un passato frutto di programmazione e di oculate scelte delle risorse umane coadiuvate ad investimenti strutturali. Sassuolo non è solo ceramica ma oggi è realtà che sa di serie A. Una realtà che sa di durata ed allontana tutto ciò che è effimero, veloce, sfuggente, di passaggio. Sassuolo, sospesa a metà tra una serie A abituata a stare ai vertici ed una serie A che lotta per sopravvivere. Sassuolo è la scelta di chi vuole sgrezzarsi con calma e profitto all’interno di un ambiente che consuma tutto e brucia il passato con una continuità impressionante. Sassuolo è la dimensione umana di chi progetta un futuro diverso , sostenibile nel lungo periodo. Ha battuto il Napoli all’andata, meritatamente. Era un Sassuolo organizzato a dispetto di un Napli che cercava se stesso e quindi la sua identità e si è lasciato inghiottire da un Sassuolo che ha fatto della partita degli azzurri un calcio sterile perché ancora non all’altezza di ciò che sarebbe stato in divenire. E’ passato un girone, la storia azzurra è nota e l’inverno ha decretato ruoli e confini di una classifica che vede le due realtà protagoniste oltre ogni aspettativa. Ad un Napoli che finalmente conosce se stesso si contrappone una realtà emergente perché viva e solida. Una realtà che privilegia i fatti alle chiacchiere , che soffoca gli istinti con la chiarezza di idee che diventano progetto. Otto partite vinte e ben sette pareggiate, appena tre sconfitte. Numeri , quelli di Di Francesco che non mentono. Le vittorie sono una livella che preoccupa perché sono equamente divise tra le mure amiche e le mura esterne. E’ squadra che non conosce fattore campo perché si ritrova nella sua personalità che sta nel gioco e nell’applicazione di una didattica che annulla ogni singolarità per esaltare il collettivo, il gioco d’insieme. Squadra che sa raccogliersi in ogni zona del campo e fare della densità il suo forte e mentre lo fa restituisce al singolo la dimensione che solo apparentemente perde. Squadra che ha in Berardi il suo gioiellino e nei difensori e centrocampisti ingegneri travestiti da geometri che sanno squadrare il campo e sudarlo in ogni metro. Partita difficile quella di domani, non impossibile per un Napoli che chiede conferme a se stesso in un campionato che i numeri indicano tra i favoriti. Partita da sentire sul campo. Partita di movimento di nervi e di ricerca di quei metri che possano regalare profondità e controgiocate tali da disorientare l’esercito del Sassuolo al fine di ingannarlo ed arrivare al risultato. Partita da vincere perché mai come questa volta vincere significa convincere.