Max Bonardi intervista Gianni Lettieri: “San Paolo al Napoli. Il tifo azzurro è nel mio dna”

Gianni Lettieri riprova l’assalto a Palazzo S. Giacomo e si racconta a Emozionapoli.

Secondo tentativo di arrivare a palazzo San Giacomo, con che squadra si presenta, che chances crede di avere, e perché i cittadini napoletani stavolta dovrebbero eleggerla:
“Ho una squadra di giovani imprenditori, studenti universitari, ragazzi che hanno progetti e che mi sostengono da quattro anni, con incontri settimanali. In questo periodo il gruppo dei ‘Giovani in corsa’, il think tank fondato nel 2011 da Tiberio Brunetti, è cresciuto con me, ed è con loro che condivido la voglia e la determinazione di lottare per ridare dignità alla nostra gente e non solo. All’indomani delle elezioni ho fondato un’associazione, Fare Città, che opera sul territorio e che ha fatto tante proposte utili e concrete per risolvere i problemi della città, formata da tanti professionisti e da persone della società civile che vogliono impegnarsi per la città, così come. Prima Napoli, un altro gruppo che opera sul territorio”.

C’è stato qualche errore nella campagna elettorale scorsa e come pensa di rimediare o di rimodulare la sua proposta ai cittadini:
“Non penso ci siano stati errori. Oggi, rispetto al passato sono ancora più determinato a rendere Napoli al pari delle altre città europee, con servizi e meno tasse, senza buche per le strade, con un piano organizzato per la gestione dei rifiuti. Non posso arrendermi al degrado a cui la città è costretta, i cittadini non lo meritano”.
Guardiamo un po’ il suo programma, per esempio parliamo di strutture sportive, come rimetterle in sesto, con quali soldi e con che tipo di gestione:  “Lo sport è una metafora di vita perché vai avanti solo se vali. Quando sei sul campo a giocare a calcio, a basket o a tennis puoi dimostrare le tue capacità e conquistare la tua posizione sul podio solo in base alle tue forze, perché nello sport l’unico meccanismo che funziona è quello meritocratico.

Tanti centri sportivi sono abbandonati perché l’attuale amministrazione ha sprecato le risorse, perso i fondi Ue che potevano essere investiti per riqualificare strutture come la Scandone, una straordinaria piscina olimpionica senza servizi, o il PalArgento, oramai ridotto in pezzi. A chi affidarne la gestione? Il Comune dovrebbe comunque avere il dovere di controllare che tutto funzioni, ma potrebbe affidare l’ordinaria amministrazione alle associazioni sul territorio e alle scuole. Strutture sportive, ovvero questione stadio San Paolo, che tipo di proposta fare alla società calcio Napoli, e soprattutto, come e se rimetterlo a nuovo “Sul San Paolo ci vorrebbe una pagina a
parte. È una vergogna che il luogo a cui noi tifosi siamo tanto legati, sia ridotto in uno stato di totale abbandono. Occorre
riqualificare subito. I soldi ci sono, ma per farlo, serve un’amministrazione competente, un sindaco che anziché pensare a fare la guerra a tutti, trovi un accordo con la società del Calcio Napoli”.
Un passaggio sul personale, che tipo di tifoso è Gianni Lettieri, soprattutto che tipo di sportivo, e se c’è qualche aneddoto che lega lei e la sua famiglia al Napoli. “Io sono uno sportivo della prima ora, non lo sono diventato successivamente per convenienza. Ogni mattina, quando corro, mi ricarico, mi disintossico e alla fine affronto le mie giornate con grande forza. Perdo la testa solo davanti alla mia squadra, il Napoli. Io sono nato tifoso azzurro, è nel mio dna. Un ricordo di quando ero piccolo? Da bambino ho avuto alcuni problemi di salute e sono stato costretto a portare un busto di gesso. Mio padre quindi mi portava negli spogliatoi dello stadio e poi a fare due tiri sul campo. E’ un ricordo talmente dolce che quando sono diventato presidente dell’Unione degli industriali di Napoli, decisi di portare i bambini disagiati sul campo di calcio, è stata una bella emozione”.

Un suo giudizio sul presidente Aurelio De Laurentiis e sulla sua gestione in questi ormai più di 10 anni, e se c’è un calciatore azzurro che la affascina in particolare “Aurelio è un amico e mi chiede di andare sempre allo stadio a vedere le partite perché dice che porto fortuna. Per me tutti i nostri giocatori sono straordinari e bravi. Sicuramente a Fabio Cannavaro mi lega un grande rapporto di amicizia e lo considero uno dei migliori difensori d’Italia, così come Ciro Ferrara, che stimo come uomo anche per le sue attività benefiche. Come tanti tifosi azzurri è ovvio che il periodo in cui Maradona indossava la maglia del Napoli è stato storico, eravamo giovani sognatori e lui è stato il giocatore che ha dato alla città un motivo per credere ancora”.

A cura di Massimiliano Bonardi

 

 

 

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