«Ho cambiato canale mercoledì sera mentre vedevo Napoli-Torino. Gli azzurri mi hanno spaventato e mi sono detto: speriamo che domenica siano meno motivati… ». Maurizio Stirpe è il presidente del Frosinone e leader del gruppo Psc, Prima Sole Components che produce componenti per auto, moto ed elettrodomestici.
La famiglia Stirpe sta al Frosinone come gli Agnelli alla Juventus? «È un paragone che potrebbe offendere gli Agnelli…però tra mio padre Benito e mio zio Roberto sono quasi 50 anni che gestiamo il club. Abbiamo deciso che era giusto attraverso il calcio dare visibilità a questo territorio fantastico. E io sono felice di aver coronato il sogno della serie A».
Quando si è emozionato per davvero? «Quando ho messo piede a San Siro per la prima volta in vita mia nel giorno della gara con l’Inter. Quello stadio è la storia del nostro calcio».
Al San Paolo, invece, ci è già stato. «Certo, in serie C e in serie B. E non ho mai perso in casa del Napoli in campionato (solo in Coppa Italia, ndr). È record di cui vado molto fiero».
Visto dalla provincia, quali mali ci sono nel calcio italiano? «È un mondo che vive a compartimenti stagni, dove non ci sono progetti che uniscano le varie leghe e che colleghino le federazioni nel modo giusto. E questo si riflette anche nell’arretratezza delle strutture e degli stadi».
Domani è tutto esaurito, sarà felice? «Avrei riempito uno stadio grande almeno il doppio viste le richieste che sono arrivate. Lo stadio nuovo spero di farlo presto, nonostante il tortuoso percorso per raggiungerlo».
È contento di questo girone d’andata? «Ci manca qualche punto, ma siamo in corsa per la salvezza che poi è il nostro scudetto».
Ma prima o poi, un altro Verona potrà vincere il campionato? «Io credo che sì. Ed è questo il bello del calcio».