Fu una fantastica vigilia di ferragosto a Roma, tre anni fa, per l’amichevole fra l’Italia di Prandelli e l’Argentina senza Messi. L’Italia era sotto di 2-0 (gol e assist di Higuain, figurarsi), ma nel secondo tempo riemerse e Lorenzo fu subito protagonista. Subito lesto al tiro deviato da Mascherano e poi in gol sul passaggio di Osvaldo con un gran destro a giro, la sua specialità, nella porta di Andujar. Quel gol in nazionale, quel 14 agosto 2013, merita un bel posto nella bacheca dei 71 centri di Insigne che non sono mai banali e “facili”, ma hanno sempre il timbro dell’inventiva e la curva dell’arcobaleno. Lorenzo aveva spopolato nel Foggia e nel Pescara di Zeman.
A Padova (6-0 per gli abruzzesi), sul lancio di Cascione, volò sulla sinistra, evitò il terzino, e mise il pallone all’incrocio opposto. Fu una delle palombelle napoletane che lo caratterizzano.
A Grosseto, dove il Pescara vinse 4-2, andò in fuga sulla destra da centrocampo, 50 metri palla al piede, infilando il pallone nell’angolo opposto dopo avere fatto secco il terzino appena entrato in area.
La sera della partita col Borussia dell’iracondo Jurgen Klopp, il San Paolo rimase col fiato sospeso quando Lorenzo piazzò la palla di un calcio di punizione a venti metri dalla porta di Roman Weidenfeller con quattro corazzieri tedeschi in barriera e fece partire il razzo del 2-0 che andò a infilarsi nell’angolo alto del primo palo.
Tratto da Il Mattino