Il turno della Befana sorride al Napoli che comincia il nuovo anno così come lo aveva concluso: con una vittoria, questa volta contro il Torino dell’ex Ventura, primo tecnico dell’era De Laurentiis e con altri festeggiamenti, a fine gara, sotto le curve. Ad illuminare il gioco e a fare gol ci hanno pensato Insigne prima, con una magia che lo ha accostato al D10S e Marek Hamsik, che ha ristabilito il nuovo e definitivo vantaggio dopo il momentaneo pareggio di un altro ex, Fabio Quagliarella, andato a segno su rigore. A tale proposito, è da apprezzare il gesto del bomber di Castellammare. Un gesto spontaneo, sincero e dalle chiare intenzioni riappacificatorie, di colui che è stato tradito dai colori della sua squadra del cuore ma è stato fatto passare per traditore. La realtà è ben diversa da quella che hanno voluto far credere alla tifoseria azzurra è non vi è alcun dubbio sulla napoletanità di Quagliarella e sulla sua fede azzurra. Quella di mercoledì sera era una partita piena di insidie, in primis la ripresa dopo la lunga sosta natalizia, mai facile per nessuno. Inoltre, gli azzurri hanno giocato per ultimi e con l’enorme pressione per le vittorie di Inter, Fiorentina e Juve occorreva una grande prova di maturità…ed una vittoria. Una prova che la squadra di mister Sarri ha superato a pieni voti, dimostrando ancora una volta di aver imparato a leggere le varie fasi della gara ed a gestirle nel migliore dei modi. A tratti il gioco degli azzurri è sembrato straripante, con triangolazioni tra Insigne, Higuaìn ed Hamsik, talmente belle e spettacolari da sembrare un videogame e la stessa azione che ha portato Insigne al gol è da antologia del calcio. Altra grande prova di maturità gli azzurri l’hanno data a tutti coloro che vedevano la squadra dipendente dai gol del Pipita. Il fatto che il Napoli abbia vinto anche senza i gol di Higuaìn, è un segnale importante dell’ottimo livello raggiunto dalla squadra azzurra. Napoli-Torino è stata anche Borboni contro Sabaudi. Lo strisicone esposto in curva B, LAGER FENESTRELLE ha un grande valore storico poiché si riferisce al carcere piemontese pieno di finestre ma senza infissi e con le sole grate. Il primo campo di sterminio europeo, in cui furono torutrati ed uccisi i meridionali che non vollero piegarsi al volere dei piemontesi. Lo striscione è apparso al minuto 61 proprio per ricordare il 1861, anno in cui cominciò l’occupazione sabauda…per fare l’Italia. Se è vero che la storia la scrivono i vincitori, spesso è raccontata con occhi troppo di parte. Il revisionismo storico è auspicabile per meglio conoscere gli accadimenti e per aprire gli occhi sulle troppe menzogne che da oltre centocinquant’anni vengono raccontate, cercando di inculcare nei meridionali un senso di inferiorità che non ha alcun ragionevole motivo di esistere! Tornando a parlare di calcio, la settimana in corso è quella che assegnerà il titolo di campione d’inverno, il primo mezzo scudetto e la squadra azzurra si trova in piena corsa con Inter, Fiorentina e Juve. Maurizio Sarri, molto saggiamente e, perchè no, anche con un pizzico di sana scaramanzia, vola basso e preferisce il lavoro sul campo e quindi i fatti, alle chiacchiere fini a se stesse. Ad altri invece, l’euforia (…o la pressione…) per il mezzo titolo in palio deve aver giocato brutti scherzi. E’ il caso del viola Ilicic che, ancora una volta in preda a deliri di onnipotenza, si è nuovamente sbilanciato in commenti sulle concorrenti per lo scudetto. Dopo aver criticato, poco tempo fa, la difesa del Napoli, a suo dire non da scudetto, senza considerare che quella azzurra è la seconda meno battuta del torneo, nelle ultime ore ha detto che Juve, Napoli e Roma non sono ai livelli della Fiorentina. Qualcuno dovrebbe ricordargli che la Fiorentina ha perso contro tutte e tre le squadre che, a suo giudizio, non sono ai livelli di quella viola…non era meglio pensare, prima di parlare? Chiosa finale sulle tante, troppe critiche rivolte ai calciatori azzurri ed ai loro festeggiamenti a fine gara sotto le curve, ritenuti eccessivi. In particolare, il riferimento è ai commentatori di alcune pay per view, nonché ex calciatori Massimo Mauro e Zvonimir Boban che hanno giudicato eccessivi i festeggiamenti di Reina & co., che si sono fermati a lungo a festeggiare la vittoria con il Torino a ritmo di UN GIORNO ALL’IMPROVVISO. Nessuno può dire se chi festeggia per una partita vinta, non vincerà niente alla fine ma soprattutto non si capisce il motivo di tanto stupore per il comportamento dei calciatori azzurri che non sono certo i primi nella storia a festeggiare una partita vinta. Saranno solo motivi di palinsesto a far muovere le critiche aspre e piuttosto antipatiche oppure c’è ancora chi non si capacita dell’attuale posizione di classifica del Napoli? Siamo tutti d’accordo con capitan Hamsik: le vittorie vanno festeggiate e gli azzurri che cantano sotto le curve, cementano un rapporto idilliaco tra squadra e tifoseria. Un rapporto splendido come non si vedeva da tanto tempo dalle parti di Partenope…ma forse è proprio questo che irrita qualcuno.
Riccardo Muni