Il Napoli del 6 gennaio è proprio come la Befana: non proprio una miss di bellezza, ma in grado di far felice chi lo ama. «Abbiamo lavorato molto sotto l’aspetto fisico in questa settimana ed era inevitabile che ci sarebbe stato un calo fisico nella ripresa. Capita sempre così quando si mette mano a queste cose». Maurizio Sarri tira quasi un sospiro di sollievo al termine di una gara che non ha mai pensato di poter perdere, ma che comunque gli ha regalato grandi sofferenze. «Credo che alla fine del primo tempo avremmo meritato di chiudere con un vantaggio più netto. Poi nella ripresa è mancata la cattiveria per andare a mettere la parola fine alla partita evitando di trovarci a rischio mischie finali. Poteva esserci un po’ di pressione all’idea che le altre avevano già giocato e vinto ma non è stato così». Insomma, prende i tre punti e guarda avanti. «Per il gol di Insigne devo dire solo grazie alla mamma, non posso certo dire che il tiro l’ho fatto provare in allenamento», spiega ancora scherzando. In questa gara «Ho preferito Lopez ad Allan perché mancando Jorginho avevo bisogno di maggiore fisicità a centrocampo. Ho fatto una scelta tenendo conto anche del fatto che domenica si gioca a Frosinone. Anche a Higuain ho chiesto di andare più spesso incontro al pallone e credo che il suo rendimento sia stato molto positivo». Il mercato? «Io non so neppure se arriverà davvero qualcuno. A me non piace il mercato di gennaio: lo trovo antisportivo, perché certe squadre possono cambiare volto e questo non è giusto per chi ci ha già giocato contro. E poi dura troppo, trenta giorni. Ne basterebbero due o tre, tanto poi quasi tutti gli affari si fanno nelle ultime sei ore». Non parla di scudetto e non fa nulla per nascondere che non gli è andata giù l’espulsione. Lo spiega: «Sono uscito dall’area tecnica ma in maniera educata, per dare indicazioni ai miei (a Koulibaly, ndr). Non so perché l’arbitro mi abbia allontanato. Penso che alla fine abbia pensato che mandando via i due allenatori sarebbe stato più semplice la gestione della partita». (Tratto da Il Mattino)