Finalmente, si ricomincia. Smaltite le grandi ” abbuffate ” natalizie, si ritorna in campo. Riparte il campionato, facendo spazio più che alle tante, forse troppe, alcune fantacalcistiche chiacchiere di mercato, al calcio giocato. Quello che davvero interessa ai tifosi emozionandoli, anche perché, l’altro spesso genera illusioni, sogni e desideri. Oggi si apre ufficialmente la sessione invernale del calciomercato, ma è anche il giorno di catapultarsi testa e anima a un campionato che ha visto il Napoli tra le assolute protagoniste. In attesa che il mercato stravolga gli equilibri, la squadra di Sarri è in piena lotta scudetto, come mai era capitato nell’era De Laurentis. Accarezzato nel gennaio del 2011 con l’ottima gestione Mazzarri, dove il Napoli si presentò dopo la sosta a -3 dalla vetta, poi la sconfitta pesante di San Siro e l’acquisto di Van Bommel e Cassano (gli azzurri risposero con Mascara e Ruiz ), tagliarono le gambe agli azzurri. Infatti quel Milan targato Allegri vinse lo scudetto a fine stagione. Augurato nel biennio Beniteziano, dove le prime quattro vittorie consecutive ad inizio campionato illusero l’ambiente, poi il pareggio contro il Sassuolo al San Paolo fece capire di che pasta fosse fatto quel Napoli, bello ma impossibile e finito anni luce dietro la Juventus. Mai così in altro a gennaio, mai così vicino al primo posto dopo la sosta Natalizia, con reali possibilità di diventare campione d’inverno; dove in Italia statistiche alla mano, spesso si laureerà campione d’Italia. Il Napoli c’è, e dalla sua ha un calendario abbordabile, a patto che il Napoli faccia il Napoli; perché affronterà in casa un Torino in crisi, squadra da rispettare ma non da temere, e andrà sul campo del Frosinone, dove ci sarà una invasione azzurra al Matusa, è alla portata degli azzurri. In casa rivale invece, l’Inter resta la favorita per la vittoria finale, avendo non solo due punti in più, ma rafforzando le proprie ambizioni con le voci di mercato riguardante Lavezzi, andrà sul campo dell’Empoli vera rivelazione del campionato che insieme al Sassuolo e il Napoli stesso gioca il miglior calcio della seria A. Appena dietro la Juventus, che ha ritrovato se stessa e farà un sol boccone del Verona, e ha in più quel ” DNA vincente ” che non lascia sereni i tifosi; anche per i bianconeri circolano voci su giocatori importanti sul taccuino di Marotta, Gundogan la più calda. Un passo indietro per motivi differenti restano Roma, se riuscirà Garcia a rimettere insieme i cocci di squadra allo sbando, e Fiorentina, la meno accreditata ( per qualità di rosa ) per la volata finale. Questo ai nuovi blocchi di partenza, questo è il responso del campo, quanto detto fino alla sino alla 17esima giornata, in attesa di travolgimenti legati al mercato. Allora cosa aspettarsi ? Quale posizione prendere ? Cosa deve pensare il popolo napoletano ? Risposta secca, diretta, quella d’impeto… Che finalmente De Laurentis ambizione e voglia di vincere. Ma attenzione, non acquisti roboanti a cifre esorbitanti. Bisogna capire cosa serve a un allenatore e una squadra che fin’ora si è espressa al massimo, per restare competitiva fino alla fine. Magari ( facciamo tutti gli scongiuri del caso ) non si vincerà lo stesso lo scudetto, ma serve una prova importante da parte della società. E allora dove intervenire ? Dove è carente questa squadra ? Serve un difensore all’altezza che sostituirà Henrique verso il Brasile, e un centrocampista forte, di livello ( gamba e qualità ) che darà il cambio a secondo delle esigenze ad Hamsik e Allan; impensabile credere che i due reggono da soli una stagione intera, per di più con il gioco aggressivo e dispendioso di Sarri, o che il buon David Lopez possa fare più di quanto già stia facendo in un ruolo non suo. Le altre operazioni, il portiere o un esterno ( forse ) sono operazioni marginali. Errera del Porto ? Gomez del Valencia ? Il primo amore Soriano ? Poli del Milan ? Tanti i nomi, ne basterà uno che però non abbassi il livello della squadra, anzi magari aumenterà il potenziale a disposizione di Sarri, che a differenza del Mancini di turno non chiede… lui i giocatori li allena, li trasforma e migliora dandogli un’identità di gioco precisa e un’anima. Ora la palla passa al patron, per non farsi prendere impreparati come cinque anni fa, ma per continuare a puntare in alto… o meglio continuare a sognare.
A cura di Luigi Tramontano