Doppio ex, Emiliano Mondonico. Grandi soddisfazioni con i granata e un rammarico enorme nel 2001, quando non riuscì a salvare i partenopei dalla retrocessione. «È una giornata di campionato importantissima per entrambe. Il Napoli deve fare la voce grossa, adesso omai più. I granata vorranno invertire la tendenza per placare le contestazioni, poi c’è il post-sosta…».
Mondonico, quanto rischia il Napoli contro il Toro? «È l’ora della verità: mi pare ovvio che l’obiettivo reale alla portata della squadra di Sarri sia adesso il sorpasso sull’Inter. Il Napoli deve ritrovare la condizione brillante di qualche settimana fa, l’esperieza dell’allenatore sarà determinante in questa fase delicata della stagione. Psicologicamente sarebbe un gran bel vantaggio riprendersi il primo posto».
Ventura e il Torino sono specialisti nell’annullare il gioco altrui e tra gli azzurri mancherà Jorginho, sostituito da Valdifiori. Cambierà qualcosa nell’assetto tattico napoletano? «Non esiste uno schema che ti faccia vincere sempre. La fortuna del calcio di oggi è che si possono alternare vari moduli durante una stessa gara, i rimedi esistono. Seguono pure Hamsik a uomo e in casi del genere ci sono due strade da seguire: o accetti l’uno contro uno se sei consapevole della tua superiorità, oppure porti a spasso l’avversario, cioè fuori zona».
Come faceva Pirlo nella Juventus quando era braccato? «Proprio così: si spostava in avanti trasformandosi in trequartista. Se il Toro dovesse fare lo stesso con Valdifiori, potrebbe essere Allan a
piazzarsi davanti alla difesa e far partire le azioni. L’importante è non smarrire la densità a centrocampo. Ma francamente è difficile fare meglio dei mediani azzurri».
Sarri, un maestro…«Sta portando avanti un lavoro eccezionale. Ma Ventura è una vecchia volpe, tatticamente bravo come pochi, forse sottovalutato: prepara benissimo le gare, avrà chiara in mente la strategia per bloccare gli azzurri».
Due allenatori il cui peso tecnico è consistente. «È una caratteristica dell’attuale campionato. Mai come quest’anno il contributo dalla panchina sarà determinante: il tecnico più bravo alla fine sarà quello che porterà a casa lo scudetto».
Tratto da Il Mattino