Riccardo Muni – Il punto della situazione: “Tempo di bilanci”

Il 2015 volge al termine e le aspettative della piazza napoletana, per l’anno che verrà, sono molto alte ed i sogni di gloria tricolore la fanno da padrone nel cuore di ogni tifoso azzurro. Tuttavia, vietato nominare quella parola, vuoi per scaramanzia, vuoi perchè il Napoli non è certamente partito con i favori del pronostico. Nel mentre, è già iniziato il tamtam mediatico del calciomercato e sono già tanti i nomi accostati alla squadra di Sarri, che necessita di pochi (due o tre al massimo) ritocchi per essere finalmente completa e competitiva su tutti e tre i fronti. Un anno fa, di questi tempi, si celebrava la conquista della supercoppa italiana, conquistata a Doha grazie alla doppietta di Higuaìn ed alle prodezze di Rafael durante la lotteria dei calci di rigore. Dodici mesi fa il Napoli viaggiava piuttosto bene in campionato con l’obiettivo secondo posto decisamente alla portata. Tuttavia, la Juventus aveva già spiccato il volo verso la conquista del quarto scudetto di fila e la squadra azzurra aveva già imbarcato troppi gol e perso troppi punti contro le cosiddette provinciali. Il campionato terminerà con la squadra di Benitez mestamente quinta e sconfitta in casa dalla Lazio all’ultima giornata. Il rigore del possibile 3 a 2 contro la squadra di Pioli, sbagliato dal Pipita e la festa dei biancocelesti per la conquista del terzo e ultimo posto Champions, proprio ai danni del Napoli, sono immagini che hanno accompagnato nelle notti (…insonni…) di mezza estate. La svolta del 2015 si è avuta con la scelta coraggiosa e fortunata di De Laurentiis che ha affidato a Maurizio Sarri la panchina del ciuccio, tra lo scetticismo di una piazza già provata dalle delusioni rafaelite. Sarri è l’anticonformista e antidivo per eccellenza, l’uomo sempre in tuta, schivo ai riflettori e tutto proteso al lavoro sul campo. Un uomo di calcio che ha fatto tantissima gavetta sui campetti di periferia e che solo a 55 anni è approdato nella massima serie, alla guida dell’Empoli che ha conquistato tutti grazie al bel gioco espresso dalla matricola toscana. ‘Non ha esperienza internazionale…’, ‘non reggerà alle pressioni della piazza napoletana…’, ‘non è abituato a gestire i campioni…’ e persino ‘veste sempre in tuta…‘: sono queste le parole che hanno accompagnato Maurizio Sarri al suo debutto sulla panchina del Napoli e l’inizio disastroso, con due soli punti conquistati nelle prime tre partite e ben sei gol subiti hanno scatenato le critiche di coloro che ne chiedevano persino l’esonero.

Lavorando a testa bassa e con tanta umiltà, Maurizio Sarri ha saputo correggere il tiro, abbandonare l’idea del modulo con il trequartista e schierare la squadra con l’unico modulo che ne esaltasse le qualità degli uomini a disposizione. Da quel momento (…era Napoli-Brugge, al debutto in Europa League e gli azzurri vinsero 5 a 0…) la squadra del tecnico di Figline Valdarno ha cambiato marcia risalendo fino ad un solo punto dalla vetta della classifica. Maurizio Sarri ed i suoi grandi meriti. Il primo è senza dubbio quello di aver risolto il più grosso problema ereditato dal biennio Benitez, ossia la tenuta difensiva. Il lavoro meticoloso, fatto a partire dal ritiro di Dimaro, il giusto assetto della squadra ed i movimenti dei singoli e dei reparti provati e riprovati hanno dato grossi risultati tanto che la porta di Pepe Reina è tra le meno perforate del campionato. Un piccolo capolavoro Sarri lo ha fatto in Europa, vincendo il girone a punteggio pieno e facendo il record di gol segnati e di quelli subiti…e pensare che era quello ‘…senza esperienza internazionale…’! Il Napoli di Sarri ha collezionato numeri importanti, in termini di vittorie, di gol segnati e subiti, di minuti di imbattibilità di Reina. Numeri strepitosi e, si spera, vincenti. Ma il vero, grosso merito di Sarri è quello di aver trasmesso le sue idee e di fare il suo calcio in pochi mesi con giocatori che non erano abituati alla sua filosofia. Se tutta la squadra lo segue è perchè la stima nei suoi confronti è enorme e la disponibilità del gruppo è totale. Con queste basi nessun risultato è precluso, nemmeno quello ‘innominabile’, soprattutto in un torneo che, ad oggi, non ha nessun padrone ed è il più equilibrato degli ultimi anni. Infine due chiacchiere sul razzismo contro Napoli ed i napoletani che, nelle ultime ore, si è arricchito (…si fa per dire…) di un nuovo episodio. A Roma, in occasione di una partita di beneficenza, i tifosi giallorossi hanno nuovamente intonato cori razzisti antinapoletani. L’augurio è che nel nuovo anno questo problema venga affrontato e risolto.

Riccardo Muni

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