Approfondimento – Le rinascite “sarriane”, gli indiscussi meriti dell’uomo in tuta

Se c’è un merito grande che si può sottolineare, e attribuire a Sarri, senza nulla togliere alle sue doti di allenatore, è quello di aver ridato fiducia ai suoi ragazzi. Il Napoli si era atrofizzato, cadendo partita dopo partita, prima che andasse via Benitez. Gli stimoli erano andati completamente a farsi benedire e ogni partita sembrava la brutta copia della precedente. I giocatori sin dal primo approccio col nuovo mister hanno respirato invece, aria nuova. Quest’uomo sempre in tuta, mai preso dalle apprenze, è riuscito, dal primo momento, a trasmettere un mix di forza, ilarità, coraggio e leggerezza ai suoi ragazzi. Il campo di calcio non è un campo di battaglia, ma spesso i tifosi sono “crudeli” nella loro grande passione, e c’era bisogno di una svolta. L’incupito Higuain si è trasformato in un guerriero “senza macchia e senza paura”, e coi suoi sorrisi, sia in campo che fuori, ha fatto accendere di nuovo quella fiamma che si era spenta nei tifosi partenopei. E’ praticamente esploso, coi suoi abbracci dopo un gol, con quell’orgoglio che ora lo distingue, con quella verve tutta sua. Sarri, quest’uomo che lo si vede in giacca e cravatta solo in occasioni davvero speciali, ha fatto del bel gioco e dell’umiltà i punti su cui ricostruire un “piccolo mondo” di campioni, risvegliando in loro l’orgoglio di indossare quella maglia, e riuscendo a guardare oltre quello che gli stessi giocatori riuscivano a vedere. Koulibaly e Albiol, promotori di grandi disastri in difesa, fino alla passata stagione, hanno ritrovato la loro vera indole. Mister Sarri ha insistito, allenamento dopo allenamento, imprimendo nella loro mente tutto il valore e la qualità che hanno, fino a farli diventare un muro davanti a Reina, che ormai, passa la maggior parte del tempo delle partite praticamente in “ferie”. Tutto questo però senza mai perdere l’onestà di esprimersi in maniera diretta, a volte anche troppo, ma precisa e dritta allo scopo. Jorginho, dopo una stagione più in panchina che in campo, è diventato il perno del centrocampo azzurro, e guai a parlare di sostituirlo. Allora in che modo si può spiegare questa metamorfosi, se non con un lavoro costante e tanta umiltà. Sembrano frasi fatte, ma Sarri, si sa, ha come unico scopo il bene dei suoi ragazzi, tutti, senza fare distinzioni. Queste sue doti, questi valori si acquistano giorno dopo giorno, e si trasmettono senza sforzarsi nemmeno più di tanto. I fronzoli, le belle parole. gli atteggiamenti di apparenza, senza nulla togliere agli altri, mister Sarri preferisce lasciarli e chi ha più indole di lui a stare sotto i riflettori. Ciò che conta è  far capire ai suoi ragazzi che, al di là del sogno dello scudetto, ciò che vale è credere che, se si lotta, nulla è impossibile.

A cura di Emilia Verde

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