Alessandro Tullio: “Reina, Koulibaly, Jorginho, Higuain sono l’ ossatura più forte del campionato”

Reina, Koulibaly, Jorginho, Higuain: si chiama ossatura, spina dorsale di una squadra. Quella azzurra è forse la più forte del campionato. Ancora troppo poco per sognare? Quattro uomini. Ruoli decisivi, storie diverse. Storie di ritorni e di sorprese, di rinascita e di speranza. Quattro anelli che compongono la spina dorsale di un Napoli che festeggia Natale ad un passo dalla vetta e quindi ben oltre ogni aspettativa di inizio stagione. Quattro uomini in quattro differenti storie , ieri lontani ed oggi vicinissimi formano l’asse intorno al quale gira il Napoli tutto. Iniziamo dalla fine, Higuain. Mai è stato cosi decisivo, cosi cattivo sottoporta e cosi completo sotto ogni punto di vista, fisico e mentale. Continuità, sprazzi di classe e goal inebriano il Napoli e lo spingono lassù dove nessuno in estate osava proferir parola. La squadra intorno gli gioca addosso e per Higuain vive. La ricerca dello scambio continuo con Insigne e le verticalizzazioni sono per lui. E’ il Napoli che lo cerca quando palla al piede prende il possesso dei centimetri necessari per cercare il goal. Gonzalo mai è stato cosi presente come quest’anno. Il campione è diventato un fuoriclasse riconosciuto a livello mondiale. I due errori decisivi con Lazio e nella finale mondiale per chiunque potevano essere la fine, ma non per un campione aspirante fuoriclasse come Higuain, che torna cosi a nascere dalle ceneri consacrando lui stesso ed il gioco azzurro che vive di lui. Altra storia, quella di Jorginho. Da comparsa ad attore protagonista in un Napoli che con il suo 4-3-3 è stato ridisegnato dalla mano di Sarri con appunto il giovane brasiliano punto di riferimento al cospetto di Valdifiori che sembrava assumere piena titolarità del ruolo. Chilometri percorsi , giocate di prima e tanta fatica fanno di Jorginho l’uomo in più di un Napoli che pretende di vincere giocando a calcio. Con uomini come Jorginho si insegue l’utopia del bello. Più indietro di Jorginho trovi Koulibaly. Il gigante nero che alla fisicità dello scorso anno aggiunge qualità nei piedi e neuroni didattici sarriani nel cervello. Il gigante che ha smesso di muoversi da solo oggi è un calciatore che interpreta se stesso solo in chiave sistemica all’interno di una squadra che fa della didattica il suo incipit. Dalle sue parti, ormai non si passa. Altro Koulibaly significa altra difesa. Ed i numeri non mentono. Alle spalle di Koulibaly c’è Reina. E’ ritornato , la napolitudine ha colpito il gigante spagnolo che ti salva quell’attimo prima che stai per crollare. Ti ridisegna la partita ed il Napoli può costruire la sua nuova partita proprio quando lo spagnolo evita la disfatta. Personalità, uomo in più nello spogliatoio. Voce ascoltata dallo stesso Sarri. Pepe Reina, l’uomo che reinventa con una parata una partita persa in altri tempi. Non si può stabilire in che misura l’ossatura degli azzurri possa incidere, fino ad ora è stata la parte salda di un Napoli che ha saputo costruire le sue fortune proprio trovando un equilibrio all’interno di questa struttura. Il 2016 ci svelerà nuove verità.
A cura di Alessandro Tullio
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