C’è di tutto: donne eleganti che insultano Koulibaly per il colore della pelle; una curva (ma dov’è la novità?) che intona cori contro «i terroni»; e poi c’è chi se la prende su Twitter con Reina «colpevole», in occasione dei gol del Napoli e a fine partita, di aver festeggiato troppo. E allora, l’uomo venuto da Cordoba, paladino del Napoli, risponde per le rime. Seccato ma garbato. «Io antisportivo? Senti prima i cori razzisti e poi chiedi a me di essere sportivo…». Per lui, dalla sua posizione, è più facile sentire quello che piove dalle tribune. Insulti, parolacce, cori d’odio. «La mia gente non la deve toccare nessuno, io ne soffro e la difenderò sempre», spiegò poche settimane fa durante un Forum proprio al Mattino. E ieri lo ha fatto. Senza sbraitare. Ha reagito. Come deve fare un leader. Ma a quel tifoso l’esultanza non è andata giù. «Io antisportivo?». Probabilmente quel tifoso lo pensa davvero, ma lo spagnolo li ha sentiti uno a uno i cori contro i napoletani e alla fine ha ha sbottato. C’è sempre chi ha pronte giustificazioni e assoluzioni oppure, peggio ancora, spiegazioni logiche. La teoria più assurda, quindi la più diffusa, è che la colpa sia proprio dei tifosi napoletani: comportandosi in modo provocatorio, dicono, si tirano addosso insulti e cori razzisti. Reina invece non ci sta: avrebbe potuto cancellare il messaggio, bannare il mittente, invece no. Ha affrontato la questione sapendo che poi tutti ne avrebbero parlato. Reina non è soltanto un uomo di campo, non bada solo al fatto tecnico. Lui ha scelto Napoli perché sente sua la gente di questa città. E non accetta che venga insultata così. Tratto da Il Mattino