Nello sport, così come nella vita, ci sono intervalli di tempo che vestono i panni del momento dei bilanci. Analizzare numeri, mettere insieme le esperienze, capire ciò che è stato per vivere al meglio ciò che verrà domani. Manca Atalanta – Napoli a completamento di questa prima parte di annata sotto la guida di Maurizio Sarri, ma è già tempo di tirare le somme. La classifica dice Napoli secondo, a 32 punti, insieme alla Fiorentina. 16 i match che hanno visto impegnati Higuain e compagni, di cui 9 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte. Gli azzurri hanno abdicato due volte fuori casa, nella gara inaugurale della stagione contro il Sassuolo e poi, sempre in Emilia Romagna, contro il Bologna. Tra le mura del San Paolo, invece, la parola sconfitta non è mai risuonata, in quanto i partenopei hanno lasciato 1 punto a testa solo a Sampdoria e Roma. Non è un caso se queste battute d’arresto siano arrivate a inizio stagione, quando c’erano da assimilare ancora al meglio le idee sarriane, e sul finale del 2015. Al giro di boa infatti saranno già 24 gli incontri disputati, e un po’ di brillantezza in meno ci sta e ci ricorda che sono umani anche loro. La musica è cambiata anche nelle coppe, vi spiego perché. 6 vittorie su 6 in Europa League danno la dimensione della mentalità acquisita dalla squadra: niente cali di tensione, non si presta il fianco a delle figuracce, ogni elemento della rosa, quando viene chiamato in causa, mette in pratica i dettami tecnico tattici consolidati ogni giorno in allenamento. E poi diamo a Cesare quel che è di Cesare: 53 gol segnati sono tanta roba, la proiezione dice che il Napoli sfonderà il muro dei 100. Nello sport, così come nella vita, ci sono intervalli di tempo che vestono i panni della felicità. E questo lo è.
a cura di Francesca Flavio