IlTalentonline – Belle(rin) storie

Nella vita si fanno delle scelte, poi però bisogna abbracciare anche le conseguenze negative. Le volte in cui ti sembra che l’unica cosa possibile da fare sia mollare perché il tuo sogno non è abbastanza vicino alla tua realtà. Non ricevi quanto dai. Non riconosci più il tuo posto nel mondo. Eppure persistere è l’unica chiave che apre la porta verso la felicità. Hector Bellerin, terzino destro spagnolo classe 1995, ne sa qualcosa. Non molto tempo fa, sulle colonne di Marca, ha rilasciato una bellissima intervista in cui ripercorreva la sua carriera. Gli inizi, le decisioni prese, la voglia di crederci davvero e il focus puntato sempre sul terreno di gioco. Avere ben in mente la proiezione di ciò che poteva essere lo ha aiutato anche quando il presente gli suggeriva altro. Entra nel settore giovanile del Barcellona nel 2003, ci resta fino al 2011 quando vola in Inghilterra per vestire la maglia dell’Arsenal. La decisione guarda caso matura proprio su un aereo: di ritorno da un week – end a Londra comunica alla mamma la sua scelta, sarebbe stato un passo difficile ma Hector aveva un presentimento positivo. Gioca nelle selezioni U18 e 21 dei Gunners, prima di andare in prestito al Watford. Nel mezzo l’esordio con la maglia della gloriosa compagine guidata da Wenger: 25 settembre 2013, West Bromwich – Arsenal valida per il 3° turno di League Cup. L’esperienza con i The Hornets dura 4 mesi, da nomembre a febbraio, in cui mette insieme 8 apparizioni e 1 assist in Championship, giocando prevalentemente da ala destra. La stagione

2014/2015 è la sua: esordisce in Champions contro il Borussia Dortmund, fa il naso per 20 volte all’atmosfera della Premier League e prende parte anche a FA e League Cup. Impostato da terzino destro, realizza 2 gol e 2 assist in campionato. Da pelle d’oca quello contro il Liverpool. L’annata in corso è stata una piacevole conferma: titolare fisso sull’out destro, problemi all’inguine a parte. Una crescita vertiginosa, accompagnata dalle chiamate in Nazionale: dall’under 16 alla 21 della Roja. Per questo ragazzo estremamente reattivo sugli appoggi, capace di prestare molta attenzione alla fase passiva. Resta sempre molto vicino all’uomo da marcare, muovendosi con lui. Corsa stilisticamente non esaltante, alta frequenza di passi in corsa e capacità di riorientare rapidamente il corpo. Ha un fisico piuttosto leggero, disegna sul campo diagonali difensive profonde e ha grande freschezza atletica. Non è un giocatore appariscente, ma il suo apporto alla squadra pesa: enorme capacità di leggere le linee di passaggio e di andare per l’intercetto, interessanti sovrapposizioni interne e spunti atletici nell’1 contro 1. Nella vita si fanno delle scelte, poi si abbracciano le conseguenze positive. Sono le belle storie del calcio.

a cura di Francesca Flavio

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