Roberto Donadoni era stato consigliato ad Aurelio De Laurentiis da una vecchia zia. Lo disse il presidente del Napoli in occasione della presentazione alla stampa del tecnico bergamasco. Edy Reja aveva appena salutato Castel Volturno lasciando una traccia indelebile che si è allungata come un’ombra sull’avventura di Donadoni in azzurro. Diciotto partite ed altrettanti punti, l’esonero in seguito ad un sconfitta a Roma complice un clamoroso gol fallito nel finale da Erwin Hoffer. CALCIO E CINEMA Donadoni non la prese bene anzi se la prese con De Laurentiis. «Capisce di calcio quanto io di cinema», disse l’attuale allenatore del Bologna poco tempo dopo il divorzio. Il feeling tra i due non è mai sbocciato e oggi ci sarà un motivo in più quindi per Donadoni per provare a frenare la corsa del Napoli, come ha fatto lo scorso anno con il Parma. Anche in quel caso non mancarono le polemiche: «Volevano gli regalassimo i tre punti, ho sentito frasi vergognose dai dirigenti del Napoli». Il finale di quella partita fu particolarmente teso. Higuain litigò con Mirante (i due si ritroveranno oggi per la prima volta) e una ex fidanzata di quest’ultimo provò a farsi pubblicità asserendo di essere lei la causa dell’alterco, versione per altro smentita dallo stesso Mirante. CORNETTO E CAPPUCCINO A Napoli nel Mondiale 1990 Donadoni fallì un rigore nella storica semifinale contro l’Argentina, ma alla guida del Napoli avrebbe voluto riscattarsi. La sua «rivoluzione» non fu sostenuta dal club che viveva un momento di trapasso col d.g. Pier Paolo Marino vicino al passo d’addio. Donadoni pretese il charter per le trasferte della squadra, fece ampliare la palestra e cambiò i metodi di allenamento: molta tattica, poche partitelle. Ben presto i risultati iniziarono a scarseggiare mentre le conferenze stampa in orario da cornetto e cappuccino non aiutarono Roberto nel rapporto con la stampa. Alla fine, a Donadoni subentrò Mazzarri. Uno che ha iniziato la carriera di allenatore proprio nel vivaio del Bologna. I CAMBIAMENTI Donadoni ora non guarda indietro, ma con sincerità e umiltà ammette: «Sono molto cambiato in questi anni, se fossi ancora quello di Napoli farei meglio a cambiare mestiere». Ora prepara un Bologna propositivo anche contro la capolista. Il valore del Napoli non viene certo sottovalutato, ma il tecnico rossoblù non vuole che la sua squadra si limiti solo a difendere e attendere. Anche per questo sta meditando di schierare una formazione che punti sulla qualità dalla metà campo in avanti. In mezzo potrebbe rientrare Taider, non convocato a Torino una settimana fa, ma Donadoni ha la tentazione di schierare Brienza come interno sinistro per aumentare il tasso tecnico del centrocampo. In avanti, il più offensivo Mounier dovrebbe vincere il ballottaggio con Rizzo e affiancare il rientrante Destro e Giaccherini. «Non partiamo battuti, ma sarà importante cercare di imporre le nostre idee, prendere l’iniziativa. Non possiamo pensare solo a limitarli, ci faremmo male». Insomma il film della partita vuol girarlo lui.
Gazzetta dello Sport