Approfondimento di Riccardo Muni: Veleni e alibi improponibili, le debolezze dei più forti

Napoli-Inter di lunedì sera ha scatenato una serie interminabile di polemiche e di veleni, gettando fango sulla conduzione di gara da parte dell’arbitro Orsato e dei suoi collaboratori, screditando il successo ottenuto dalla squadra di Maurizio Sarri. Sia Mancini che Ausilio hanno accusato pesantemente l’arbitro Orsato, per il doppio giallo inflitto a Nagatomo con conseguente espulsione. In particolare Mancini, messo di fronte all’evidenza dei due falli del terzino interista e della correttezza di entrambe le ammonizioni, ha avuto una caduta di stile, reagendo in maniera piuttosto veemente. Una caduta di stile verticale cui hanno fatto seguito le dichiarazioni di Ausilio secondo cui, in undici contro undici, l’Inter avrebbe sicuramente vinto. Premesso che nel calcio non esistono controprove, possiamo permettere che tecnico e diesse dell’Inter, oltre a trovare alibi piuttosto fumosi sull’esito della partita, abbiano avuto l’esigenza di raccontarci che Nagatomo abbia fatto “falletti” e che i giocatori del Napoli, in particolare Callejòn, siano stati rei di simulazioni? Ed inoltre, perchè l’arbitro avrebbe dovuto avere del buon senso e risparmiare l’espulsione a Nagatomo, in una partita così? Qualunque persona di media intelligenza si domanderebbe perchè in inferiorità numerica l’Inter abbia giocato meglio ed a maggior ragione questa domanda dovrebbe farsela un allenatore e dare e darsi delle risposte, oltre che sanzionare un calciatore che, con troppa faciloneria, ha commesso due entrate da ammonizione su due calciatori senza pallone. Evidentemente la squadra interista è stata male abituata in tal senso, poiché spesso gli arbitri hanno sorvolato sul gioco falloso dei suoi calciatori. E questo buonismo deve averli convinti di godere di una sorta di immunità dai cartellini. Spesso i grandi calciatori non sono altrettanto grandi allenatori e Roberto Mancini non sfugge a questa regola ma a Napoli, il tecnico di Jesi, perde anche la faccia oltre che la partita e la vetta della classifica…e forse la stizza è dovuta proprio a tutti questi fattori esplosi in un mix micidiale. Chi ha fatto persino peggio del tandem Mancini-Ausilio sono stati i giornalisti, i cronisti ed i commentatori che, per assecondare gli sconfitti, hanno esaltato la partita dell’Inter, minimizzando le gesta della squadra di Sarri, da lunedì sera capolista del campionato. E’ da lunedì sera che ci dobbiamo sorbire sproloqui di ogni tipo, dal ‘maledetti, cosa avete da festeggiare, vi hanno salvato due pali’ fino alla ‘mancata vittoria dell’Inter’. Volendo essere minimamente obiettivi, bisognerebbe ricordare a tutti che fino al 2 a 0 siglato da Higuaìn, l’Inter è stata pressochè nulla in campo e che solo Handanovic ha evitato che lo stesso Pipita, mettesse a segno il gol del 3 a 1, levando dalla porta un gol già fatto. In tutta onestà, far passare la legittima e sacrosanta vittoria del Napoli, come rubacchiata e favorita da sviste arbitrali è da faziosi, da chiacchiere al bar. E’ paradossale poi che il Napoli, ad oggi l’unica squadra a cui non è stato assegnato un calcio di rigore, venga fatta passare da favorita dagli arbitri. A fine campionato, per evitare false valutazioni dei valori in campo, potrebbe essere grave inculcare nell’opinione pubblica e nella casta arbitrale l’idea che i giocatori del Napoli possano simulare con facilità e che l’Inter abbia un gioco fisico che spesso è punito oltre la comune misura. Chi avesse un briciolo di onestà intellettuale, dovrebbe ammettere che quell’allenatore con la tuta, venuto dalla tranquilla realtà provinciale di Empoli e senza la minima esperienza di calcio europeo, sta meravigliando tutti con un gioco pressochè perfetto ed esaltante. Agli eventi mondani preferisce il lavoro sul campo e senza guardare in faccia nessuno. Che si tratti di Valdifiori o di Hysaj, piuttosto che di Albiol e di Higuaìn, il trattamento rimane lo stesso ed i movimenti sbagliati, le sbagliate posizioni in campo, l’approccio poco concentrato alla partita si corregge lavorando e sudando sul campo. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Piuttosto che difendere l’indifendibile, ci si dovrebbe levare il cappello di fronte a tanta professionalità e tanta bravura. In fondo, Napoli-Inter è stata la sfida del nord contro il sud, con i primi convinti di venire a ridimensionare i secondi, dall’alto di tanta presunta superiorità, spesso accompagnata da una grossa dose di prepotenza. Solo che…non sempre soccombe il sud.

Riccardo Muni

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