Beppe Bruscolotti: “Napoli ora viene il bello. Lo stress? Si gestisce con cene e uscite in gruppo”

Il Napoli di Sarri è in cima alla serie A, dopo 25 anni ovvero l’anno del secondo scudetto vinto con Alberto Bigon in panchina e anche in quella stagione tante polemiche dal Nord per via della celeberrima monetina di Bergamo che colpì Alemao, così come l’Inter domenica con l’espulsione di Nagatomo. Il Mattino propone l’intervista a Beppe Bruscolotti, vinse il tricolore nel 1986 con Maradona e cerca di dare dei suggerimenti all’attuale Napoli per gestire questo magico momento.

Quando capiste che potevate vincere lo scudetto? “Dopo la vittoria a Torino contro la Juventus ci guardammo negli occhi e da quella gara capimmo che era l’anno buono per regalare una grande gioia alla gente di Napoli”.

Lunedì sera il Napoli ha battuto l’Inter analogie con la squadra del 1986? “Può essere di buon auspicio, nel senso che dipende dall’undici di Sarri, ma ai nostri tempi c’era una sola rivale, ora ce ne sono di più e sono agguerrite, però sarà interessante gestire al meglio le forze”.

Lei conosce la piazza di Napoli, come si gestisce la passione della gente partenopea? “La tifoseria azzurra non è mai cambiata, ha sempre sostenuto i suoi beniamini e lo farà anche nei momenti più complicati, però è chiaro che devono essere gli interpreti a cambiare marcia e rimanere sempre gli stessi”.

L’allenatore in primis? “Sicuramente Sarri dovrà farlo, ma anche gli stessi calciatori. L’attuale mister mi ricorda Bianchi, nel senso che pensa già alla prossima sfida, senza festeggiare, dicendo che non avevamo ancora vinto nulla, anzi dovete confermarmi a grandi livelli. Anche Sarri è di questa filosofia e mi auguro che i calciatori lo possano seguire in tutto e per tutto”.

I calciatori come dovranno gestire l’euforia? “Farsi vedere in città spesso e volentieri potrebbe essere un rischio oltre che una tentazione rischiosa, devono isolarsi come facemmo noi e pensare solo ed esclusivamente al campo. Un aspetto importante è uscire in gruppo con le famiglie, cenare come un gruppo coeso e compatto, solo così si può arrivare fino in fondo”.

Nel Napoli attuale chi sono i leader? “Indubbiamente Reina e Higuain sono il perno della squadra partenopea, ma se vogliamo parlare della squadra fose manca qualcosa a centrocampo a livello di personalità”.

A Bologna è già un test probante per le ambizioni azzurre da primato? “Chi comanda in testa al campionato si sa che tutte vogliono sconfiggerla senza fare sconti, ma questo è il bello del calcio. In Romagna ci vorrà il sostegno di tutto l’ambiente partenopeo e quindi una marea azzurra al “Dall’Ara” “.

Può essere l’anno buono per lo scudetto? “Credo di si, l’importante sarà gestire i momenti difficili che in un campionato ci sono sempre, ma quello che non dovrà mai mancare è il gioco, perchè è un’arma fondamentale per contrastare anche avversari rognosi e che non ti faranno giocare al meglio e avere continuità di risultati”.

A suo avviso ora viene il difficile? “Non credo proprio, anzi viene il bello. Quello che hai acquisito ora a livello di punti fa morale per poter gestire i momenti non facili che ci saranno ma questa squadra mi dà sensazioni positive”.

La Redazione

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