Approfondimento centrocampo di Gabriella Calabrese – In mediana si vola per un’ora, poi si tiene duro!

L’ansia cresce, ma termina l’attesa. La notte di Napoli-Inter è arrivata e il San Paolo si veste a festa. Una volta esistevano i titolarissimi, forse esistono ancora, e stasera sono tutto lì, in campo. Al centro del terreno di gioco la mediana perfetta: Hamsik, Jorginho, Allan. Il fine dicitore, il regista e il lottatore. Di fronte, ancora una volta, gli uomini messi a specchio, perchè Mancini sceglie di nuovo di adattarsi al modulo degli avversari. Brozovic in mediana con Medel e Guarin. Sono loro che hanno il compito di seguire i portatori di palla azzurri e di provare a spezzarne il gioco. Per un’ora il compito affidato da Mancini ai suoi appare veramente arduo, ed è la metà campo azzurra a non permettere agli ospiti una manovra fluida e costruita. Testa alta e pedalare, il Napoli gestisce bene palla, la fa girare con personalità e qualità. Jorginho addomestica un gran numero di palloni, scarica, recupera e ricerca la velocità in modo da evitare la fisicità ed il pressing della mediana nerazzurra. Lo fa bene per oltre un’ora, poi la stanchezza si fa sentire. Hamsik si dedica soprattutto alla fase offensiva, stringe molto per vie centrali, come tutta la squadra, affinando il suo tandem con Higuain e cercando spesso Insigne sulla stessa catena. Il capitano si smarca per ricevere e dare palla, è in posizione, è nel vivo del gioco. Fondamentale il suo essere al fianco di Jorginho, il suo sostituirsi a lui quando gli interisti lo chiudono in pressing. Alla fine esce dal campo sfinito, sostituito da Lopez. Intanto Mancini, vista l’espulsione di Nagatomo, cambia modulo, passando prima ad un 4-4-1, poi ad un 4-3-2, ma i mediani a strisce non riescono più ad aggredire i portatori di palla azzurri. Allan è il vero e proprio ago della bilancia, corre, recupera e mette in difficoltà i propri dirimpettai di reparto. Confusione negli ultimi 20 minuti e squadra lunghissime: ne approfittano gli ospiti con le loro ripartenze. Il Napoli accusa la stanchezza e forse anche un po’ di “braccino corto”, fatto sta che la mediana partenopea annaspa ed è costretta a stringere i denti. Gli azzurri si coprono ricercando maggiore quantità. Ci mettono il cuore, soffrono, ma vincono.

a cura di Gabriella Calabrese

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