Il Napoli ricomincia da dove si era fermato prima della sosta, vincendo ancora, questa volta sul campo ostico dell’Hellas Verona. La vittoria si auspica che fosse, tra le altre, anche l’occasione per sfilare la panchina a Mandorlini, personaggio nordico notoriamente poco simpatico. Sembrerebbe che sia stata solo una grossa spallata, ma va bene così, si può aspettare seduti sulla riva del fiume. Le insidie che nascondeva questa partita erano tante, troppe. La fatica per i tanti azzurri volati in giro per il mondo con le rispettive nazionali, tra essi il Pipita Higuaìn. Gli infortuni di Mertens e Gabbiadini, che costringevano Sarri a fare di necessità virtù in attacco. Il non gioco della squadra di casa, con ben nove calciatori schierati davanti alla porta di Rafael (quello dell’Hellas) ed il solo Pazzini intristito ed isolato mentre veniva schiacciato nella morsa di Albiol e Chiriches, ha complicato ulteriormente le cose. Una grande squadra deve poter contare sui suoi fuoriclasse per venire fuori da tali situazioni di pantano ed ecco salire in cattedra gli azzurri Insigne, Higuaìn e Hamsik. Insigne ha sopportato i cori razzisti che il pessimo pubblico di fede gialloblu gli ha intonato per tutta la partita e li ha zittiti con il gol che ha sbloccato il risultato. Cinque minuti dopo, Hamsik, che ha giganteggiato in lungo e in largo facendo a pezzi il centrocampo avversario, accende la miccia verticalizzando per Insigne, il Magnifico ne approfitta e completa la propria vendetta regalando al Pipita Higuaìn la palla del 2 a 0 definitivo che manda Napoli in estasi e spinge l’Hellas verso il baratro della retrocessione. Al triplice fischio, momenti che non hanno prezzo, come il simpatico coro con cui i tifosi azzurri hanno ricordato a quelli di casa che, l’anno prossimo, la loro squadra giocherà di sabato. E non ha prezzo la faccia di Mandorlini, che non canta più ‘ti amo terrone’ perchè Lorenzo lo scugnizzo gli ha dato due schiaffoni in pieno viso! Attorno ai magnifici tre, c’è stata tutta la squadra che ha girato alla perfezione, senza subire gol e costruendo una mole mastodontica di gioco e con questi numeri è davvero un’impresa ardua chiedere alla piazza napoletana di non sognare…quella bestemmia.
La domenica è stata resa ancora più dolce dai contemporanei pareggi della Roma, sul campo del Bologna e della Fiorentina, costretta dall’Empoli all’affannosa rimonta casalinga. Giallorossi sorpassati e viola agganciati al secondo posto, a sole due lunghezze dall’Inter, attesa lunedì nel posticipo del San Paolo. Chiosa finale per scagliare qualche sassolino. Il primo si dedica alla stampa ed al tifo veronese, che definire vergognosi è dir poco! La tifoseria scaligera non si smentisce e comincia con la solita ridda di cori razzisti, dal Vesuvio al colera, prendendo di mira anche e soprattutto Lorenzo Insigne. Il Magnifico risponde come meglio non poteva, segnando e zittendo l’orrendo pubblico di casa. La stampa veronese, all’indomani, non sa fare niente di meglio che criticare Insigne, definendolo maleducato e reo, a loro dire, di aver istigato il pubblico. In altre parole, la stampa veronese difende il diritto dei tifosi gialloblu ad essere razzisti! E prosegue lo sproloquio affermando che per i veronesi quella con il Napoli è una partita come le altre mentre per il popolo partenopeo diventa la partita della vita. Ma di cosa stanno parlando? Per fortuna, sembra molto probabile che l’anno prossimo la squadra scaligera giocherà le partite di sabato pomeriggio e non se ne sentirà la mancanza! Il secondo sassolino è per il viola Ilicic (sic!) che di recente si è preso la briga di giudicare la difesa del Napoli non da scudetto. E’ molto probabile che il signor Ilicic (ma chi è costui?) non ha considerato che nelle ultime dieci partite di campionato il Napoli ha subito solo due reti e che Reina, non sapendo come ingannare il tempo, si è persino prodigato in consigli ai raccattapalle. Meno male che nel derby con l’ottimo Empoli di Giampaolo, i viola hanno raccolto solo un punto, incassando due gol, che ci eviterà la solfa del gioco come quello del Barcellona e del ‘salutate la capolista’. Anzi no: salutiamola la viola, una volta per tutte! Per dirla come qualcuno: le offese sono come le foglie, chi le spande le raccoglie!
Riccardo Muni