Verona-Napoli, una sfida se non di cartello, quantomeno di striscione. La prima stoccata è del 1983 quando Dirceu si trasferì dal Verona al Napoli. Lo striscione scaligero che accolse Dirceu in azzurro recitò:“Ora non sei più straniero, Napoli ti ha accolto nel continente nero”. L’anno dopo, il pibe fu massacrato da Briegel, il Verona vinse 3-1 e, a fine stagione, conquistò lo scudetto. Al Bentegodi si sprecavano gli striscioni orribili. “Vesuvio lavali col fuoco”. “Napoli colera, la vergogna dell’ Italia intera”. “Napoletani, stessa fine degli ebrei”. Razzismo puro. Diego ne rimase colpito. Fu uno dei motivi per cui si legò maggiormente a Napoli. L’ennesimo striscione del Bentegodi, “Benvenuti in Italia”, provocò l’immediata reazione, una genialata tutta partenopea dei ragazzi della Curva B del San Paolo presenti sugli spalti veronesi. Essi srotolarono il più famoso, spiritoso e incisivo striscione mai apparso in uno stadio: “Giulietta è ‘na zoccola”. Poi, le le ventimila banane di cartone giallo esposte al San Paolo in curva B, l’ulteriore “offesa” shakespeariana:“Romeo è cornuto”. Verona si riscattò dal crudo razzismo quando propose uno striscione finalmente spiritoso: “Napoletani figli di Giulietta”. Fra gli anni Ottanta e Novanta, il succo delle partite fra Napoli e Verona era tutto sugli spalti. Adesso, alla ripresa del campionato, per la sfida dell’ ora di pranzo, il Napoli è atteso proprio dal Verona, squadra in piena zona retrocessione. Un collasso imprevisto con Mandorlini in bilico. Le cifre, per quel che valgono, sono tutte per il Napoli. Dai gol fatti, a quelli subiti, alle conclusioni… Domenica per Mandorlini sarà un match da dentro o fuori, non meno che per la squadra che metterà la partita sul piano fisico, della lotta, baricentro basso e contropiede. Una“rogna”per il Napoli. Lo si legge su Il Mattino