L’ex Napoli, Massimo Russo, una carriera stroncata da un intervento assassino, ha commosso l’isola di Procida chiedendo perdono. Ecco il motivo

Reintegrato in rosa dopo una lettera di scuse: «Proprio qui non volevo essere definito come una persona che non sono»

Ai principi degli anni 2000 era uno dei migliori talenti del Napoli, prima che un brutto infortunio mettesse fine ai suoi sogni di gloria in maglia azzurra. Quello di Massimo Russo è un nome che tanti tifosi azzurri ricorderanno per quel Napoli-Cosenza del settembre 2002, quando un intervento di Pagani causò la lussazione completa della caviglia e la frattura scomposta del perone del giovane calciatore napoletano. Dopo quell’episodio, Russo è riuscito a costruirsi una bella carriera nelle categorie minori ed ora gioca nel Procida in Eccellenza. In questi giorni, il suo nome è stato molto discusso per un’altra vicenda. Lo scorso 30 ottobre, infatti, fu messo fuori rosa per una discussione avuta su un pullman con un controllore proprio sull’isola di Procida. E, a distanza di due settimane, ha scritto una commovente lettera alla società e ai procidani, che lo hanno subito perdonato. “Ho due figli da mantenere, chiedo perdono: parole forti, sentite, che hanno convinto il presidente Muro a reintegrarlo immediatamente. Ieri è rientrato in campo, nel derby contro il Real Forio, ed è stato anche incitato dagli ultras procidani che ora lo vedono come un proprio beniamino.

Massimo, alla fine questa vicenda si è chiusa con il lieto fine… “Mi fa molto piacere – ha dichiarato – perché Procida è uno dei posti migliori in cui sono stato, un’isola felice, e mi è dispiaciuto che proprio qui mi abbiano qualificato come una persona che in realtà non sono. Nonostante l’episodio sia stato ingigantito, ho voluto chiedere scusa perché il presidente mi ha fatto capire che il fallo di reazione, nel calcio così come nella vita, è grave quanto quello iniziale. Sono contento di essere stato riaccolto nella bellissima famiglia del Procida Calcio e di poter, finalmente, aiutare i miei compagni in campo”.

Ripensandoci, a distanza di 13 anni, che ricordi hai di quel Napoli-Cosenza del 2002? “Quell’infortunio fu bruttissimo, ancora ho i brividi a ripensarci. Quel giorno ho pensato che non sarei più riuscito a rientrare in campo, infatti sono stato fermo un anno e mezzo senza giocare. Fu per me una brutta botta, soprattutto dal punto di vista emotivo. Ma è stato un episodio che mi ha permesso di maturare come uomo e come persona. Infatti sono uno che non molla mai, proprio per questo a 34 anni ho ancora voglia di giocare e di dare tanto in mezzo al campo”.

Il protagonista del fallo fu Pagani del Cosenza, lo hai mai più incontrato dopo quel giorno? “Mi scrisse una lettera di scuse dopo l’infortunio. Io le accettai ma preferii non incontrarlo. In seguito l’ho affrontato da avversario tante volte ma non abbiamo mai più parlato di quest’episodio”.

Quell’incidente non ti permise di sfondare nel Napoli ma tu sei sempre un grande tifoso azzurro… “Sì, certamente. La passione per il Napoli non l’ho persa mai e sono davvero contento in questo momento perché vedo una squadra forte ed organizzata”.

Merito di Sarri? “Credo proprio di sì, è un grande allenatore e lo sta dimostrando. Ho un bel ricordo di lui, lo affrontai quando stava a Sorrento ed io giocavo nel Marcianise. E’ un allenatore che cura ogni minimo dettaglio delle sue squadre, anche se dal punto di vista difensivo è migliorato in questi anni. Gran parte del merito del rendimento del Napoli è suo perché è riuscito a migliorare quei difetti che avevamo in passato”.

Sarri non vuole parlare di scudetto. Ma tu ci credi? “Credo che questo potrebbe essere veramente l’anno buono. Per i risultati che sta ottenendo, la continuità ed il gioco che esprime, il Napoli è senza dubbio tra le favorite. In alternativa vedo la Roma che, a mio parere, è la squadra che può contendere lo scudetto agli azzurri”.

La Redazione

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