Maurizio de Giovanni (Emozionapoli): “La storia non si dimentica, tifosi dal 1926”

Il primo simbolo un cavallino che poi si trasformò in ciuccio, ma c’è chi non vuole ricordare il passato

Forse non tutti lo sanno, ma a Napoli sono nati prima i tifosi e poi la società. Sì, perché quel primo agosto del 1926, all’esterno
del ristorante D’Angelo a via Aniello Falcone si radunò una piccola folla; attendeva l’esito della riunione in corso tra i dirigenti dell’Internazionale e del Naples, le due squadre di calcio della città che risalivano al 1904 e al 1911, sperando fortemente, e quindi tifando, per l’unificazione. Che in effetti avvenne, suscitando al proprio annuncio cori e canti di giubilo: una curva vera e propria.
Alla nuova società il neopresidente Ascarelli volle dare un nome italiano, e un simbolo che ricordasse la vittoria e la furia, un cavallino rampante; sui colori non ci furono dubbi, bastava guardare il cielo e il mare dalla terrazza del ristorante. Il cavallino diventò peraltro, alle prime sconfitte e dopo una lunga serie di infortuni, un ciuccio grazie all’ironia di uno di quegli stessi tifosi sugli spalti. E il ciuccio abbiamo seguito da allora, sommergendolo d’amore e di passione, senza mai interromperci, qualunque fosse la serie in cui il nostro Napoli militava e qualunque fosse l’avversario in campo e fuori. La squadra del Napoli e la città di
Napoli sono fortemente unite. Si assomigliano e si integrano, identificandosi l’una nell’altra come da nessun’altra parte avviene.
Quel presidente non c’è più, come gli allenatori e i giocatori. Se ne sono avvicendati a centinaia da allora, lasciando segni e ricordi e sorrisi, alcuni senza tracce del loro passaggio, altri che ancora suscitano una lacrima o un sorriso al pensiero. Sono rimasti i tifosi, e rimarranno per sempre. I tifosi e la maglia, e quel simbolo nobile e testardo e un po’ cialtrone e simpatico e affettuoso, in fondo così simile al suo popolo. Siamo tifosi di quella squadra, e lo saremo per sempre. Che nessuno provi mai a dire che la
nostra passione si è interrotta ed è rinata sotto altro nome. Perché in quel caso non si spiegherebbe il motivo per il quale è stata rilevata a caro prezzo. Sarebbe bastato un de profundis, e fondarne un’altra. Non vi pare?

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1926De LaurentiisNapoli
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