Varcaturo, comune di Giugliano. È stata la moglie di Sarri a dire di sì. Il proprietario della villa: “Gli ho dato subito del tu… gli ho detto cosa cerchi la tranquillità? E qui nessuno di darà mai fastidio”. Non si vede in giro, il ragazzo del supermercato non saoeva neanche che abitasse lì. La casa è piena zeppa di televisori: al massimo la sera, un dvd sul prossimo avversario, una scheda su un nuovo schema, e qualche parola da qualche talk. Uomo di sinistra, che non ama come Renzi sia intervenuto sull’art.18 dello Statuto dei lavoratori. Non è mai andato neppure a Bagnoli, dove è nato, forse ci andrà quando il papà Amerigo, ex operaio della fabbrica, verrà a fargli visita. Tra allenamenti, video e letture, studia tattica fino a 15 ore al giorno, non esce mai, legge Bukowski, Fante, Vargas Llosa con una sigaretta tra le dita. Ai pasti cipensa la moglie, quando c’è. O il figlio, in alternativa. E qualche volta il suo manager Alessandro Pellegrini: «Impazzisce per la mia carbonara. E allora, ogni tanto gli faccio una improvvisata anche perché so che altrimenti il piatto non lo prepara e mangia quello che trova. Di uscire? Non ci penso neppure a proporglielo. So come la pensa: è chiuso, non ama le moine. Lui a Napoli vive come in missione. E durante una missione non sono ammesse distrazioni». I suoi predecessori, d’altronde, non vivevano in luoghi più scintillanti di questo: Mazzarri alle spalle della Montagna Spaccata di Quarto; Benitez in una delle stanze più ampie del Marina di Castello resort. Sarri in dieci minuti è al campo d’allenamento, poi torna a Varcaturo a fare l’eremita. Ha una missione da svolgere: allenare il Napoli. Lo si legge su Il Mattino