Higuain sfida la storia: come lui, nemmeno il miglior Ibra…

Higuain superiore al migliore Ibrahimovic? In base ad alcune statistiche, la frase che abbiamo appena pronunciato non è poi così assurda. Ecco a voi l’articolo riportato dai colleghi di “Goal.com”: Non sapremo mai cos’è successo di preciso tra Maurizio Sarri e Gonzalo Higuain nei primi giorni insieme nel Napoli . Di sicuro, sappiamo qual era il piano del tecnico toscano sin dalla prima conferenza nel ritiro estivo di Dimaro: “Voglio che Higuain torni riposato perchè mi piacerebbe vederlo sorridere di più, ha doti da fuoriclasse e può migliorare “.

Parole che possono sembrare scontate oggi, con il Pipita capocannoniere della Serie A, ma che non lo erano a luglio, con Gonzalo reduce da due rigori sbagliati che avevano polverizzato, nell’ordine, una qualificazione in Champions League, una Copa America e la sua autostima. Quattro mesi più tardi lo scenario è completamente mutato. Higuain resta piuttosto avaro di sorrisi in campo, in questo non è cambiato. Ad essere del tutto nuova è la sua voglia, una determinazione che nel biennio precedente a Napoli non si era mai vista. Come forse in tutta la sua carriera. Dopo la sfida con l’Udinese, Sarri se l’è lasciato scappare, petto in fuori: “Oggi è il miglior centravanti al mondo”.

Senza dubbi è il miglior centravanti della Serie A. Non solo per i numeri (9 reti in 12 incontri), ma per l’atteggiamento da assoluto padrone del campo che lo sta accompagnando in queste settimane. Qualcosa del tipo “prendo palla e ci penso io”, come avevamo visto fare, di recente, soltanto al miglior Zlatan Ibrahimovic… C’è una parola che accomuna Gonzalo Higuain, quello di oggi, allo Zlatan Ibrahimovic ammirato con le maglie di Inter e Milan, nella sua versione più efficace: decisivo . Per la capacità di indirizzare un incontro attraverso una sempice giocata, il Pipita sta ricordando tremendamente lo svedese, un autentico maestro nello spostare gli equilibri di una partita.

Nelle sue ultime cinque stagioni in Serie A, Ibrahimovic è risultato decisivo – sbloccando il punteggio o realizzando reti risolutive – nel 32% dei casi 8in media). In sostanza, una partita su tre l’ha vinta da solo. Higuain sta facendo persino meglio: delle prime 12 battaglie di uesto campionato ne ha decise ben sette. Più della metà. La doppietta contro la Sampdoria è valsa un punto; tre settimane più tardi, ha aperto le danze nel 5-0 contro la Lazio. Gli scontri diretti contro Juventus e Fiorentina li ha decisi lui, con due reti molto simili: recupero palla rabbioso e diagonale chirurgico. Negli ultimi turni ha abbattuto il Palermo con un bolide da fuori area e Chievo e Udinese con due colpi da fuoriclasse.

Più che la quantità, è la qualità dei goal a fare la differenza. Contro l’Udinese, ad esempio, ha segnato da posizione defilata, bucando Karnezis con un colpo da biliardo che non tutti hanno nelle corde. Ancor più significativa la rete contro il Palermo, un destro-capolavoro dalla distanza prodotto in totale autonomia. Il classico coniglio tirato fuori dal cilindro. Da qui al tormentone sull’Higuain-dipendenza il passo è molto breve, ma la questione non si pone neanche: è inevitabile e giusto che una squadra dipenda da un giocatore dominante come il Pipita dell’ultimo periodo. Lo è il Napoli – pur proponendo un gioco corale e armonioso -, lo sarebbe qualunque altro club in Serie A.

E’ il fuoriclasse a far la differenza, come Ibrahimovic quasi ovunque sia andato portando in dote, da solo, goal e titoli. “Campioni così fanno vincere i campionati”, è scritto nella storia del calcio. E forse in quei colloqui estivi tra Sarri e Higuain di cui nulla sappiamo… e nulla mai sapremo”.

La Redazione

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