Un procuratore, ma non solo: Alessandro Pellegrini è la seconda voce di Maurizio Sarri. Ne vive gli umori e ne racconta le emozioni, le sensazioni. Rappresentante legale e amico, primo difensore della nuova filosofia calcistica che ha conquistato Napoli, dopo l’iniziale scetticismo. Dubbi spazzati via dai risultati e soprattutto dal gioco. Poco male per un esordiente, presentato e raccontato da Alessandro Pellegrini, intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com:
Cultura del lavoro e umiltà: gli ingredienti del successo targato Sarri?
“Il tipo di calcio che pratica non può mai prescindere dallo studio accuratissimo dell’avversario di turno. In questo senso, tra la gara con la Juve e quella con il Midtjylland non c’è alcuna differenza, il match viene preparato sempre in maniera maniacale. Chiaramente, un lavoro di questo tipo, gli impedisce di vivere appieno la città per questioni di tempo ma quando può non si fa mancare una sortita nei luoghi che gli hanno dato i natali. Di Napoli ama tutto”.
Un amore ricambiato dal San Paolo, tornato a popolarsi dopo i primi “vuoti” stagionali
“Ci è riuscito senza venir meno ai suoi principi, non ha mai venduto fumo ai tifosi e per questo la gente lo apprezza tantissimo. E’ bello vedere gli spalti pieni ma il risultato è ancora parziale, speriamo di mantenere lo stesso standard di presenze fino al termine della stagione”.
Parlare di scudetto, come dice Sarri, equivale a bestemmiare?
“Quando si fa sport, l’obiettivo è sempre quello di ottenere il miglior risultato possibile. Ad oggi l’obiettivo è il terzo posto perché la squadra occupa la quarta posizione. Ma sono certo che i calciatori, insieme a tutto lo staff, daranno il massimo per togliersi grandi soddisfazioni”.
La squadra attuale può essere migliorata attraverso il mercato di gennaio?
“Parliamo di una squadra reduce da una serie infinita di risultati e già qualificata, con due turni di anticipo, al prossimo turno di Europa league. A mio avviso è difficilmente perfezionabile ma con Giuntoli il Napoli è in ottime mano, saprà farsi trovare pronto qualora ce ne fosse il bisogno”.
Complimenti (tanti) e anche polemiche: dal pallone invernale ai rigori, passando per l’infido campo di Genova
“A Marassi il pallone non rotolava benissimo, il terreno di gioco non era nelle condizioni ottimali e un uomo di campo non può esimersi dall’esprimere determinati giudizi ma la polemica è nata ed è morta lì. Riguardo il pallone, le differenze con quello della versione estiva sono evidente anche se qualcuno insiste nel voler dire che non ci sono differenze. Quanto ai rigori, era doveroso parlarne ma Maurizio non ha mai avuto paura di fare certe dichiarazioni, anche a Empoli si è esposto in più di un’occasione quando ha ritenuto opportuno farlo. Lui è sempre lo stesso, a Empoli come a Napoli”.
Il matrimonio con “Partenope” è destinato a durare?
“Finché morte non ci separi” (ride, ndr).