L’INDISTRUTTIBILE – Un paio di anni fa, in Spagna, uscì un libro sul Pipita: «Higuain, l’indistruttibile». Lo è fin da piccolo. A dieci mesi rischiò di morire per una meningite fulminante: si salvò ma i dottori dissero che avrebbe avuto problemi di coordinazione. Non si direbbe, visto cosa combina in campo. Nato a Brest dove giocava papà Jorge, detto «El Pipa» (il nasone), debutta a 17 anni nel River Plate, a 18 segna una doppietta decisiva nel Clasico con il Boca, a 19 si trasferisce al Real Madrid, a 21 è il miglior marcatore stagionale dei blancos. Il 2015, fino ad agosto, era stato il suo annus horribilis: rigore fallito contro la Lazio e il Napoli manca la Champions, rigore fallito con il Cile e l’Argentina perde la Copa America. Non dovrebbe essere da questi particolari che si giudica un giocatore, e invece per molti il Pipita non è più lui. Ma è l’indistruttibile, no? Con Sarri – che lo definisce il centravanti più forte in circolazione – Gonzalo rinasce: 9 gol in campionato, una forza dirompente e l’impressione che non si sia mai divertito così tanto. E stasera torna al Monumental, lo stadio del River, dove è cresciuto: uno stimolo in più. Fonte: GdS