Chi non è rimasto colpito dalla morte improvvisa nel 2012 calciatore Piermario Morosini nel corso della partita in serie B Pescara – Livorno e di Vigor Bovolenta durante il match di pallavolo in B2 tra il suo Volley Forlì e la Lube. Due episodi balzati agli onori della cronaca e che hanno scosso molto l’opinione pubblica ma che purtroppo non sono gli unici. L’ultima tragedia nello sport causata da morte improvvisa risale a poco più di un mese fa: durante una partita di calcio, a Pineto, in Abruzzo, un bambino di 9
anni, si è accasciato al suolo accusando un malore e gravi difficoltà respiratorie. Soffriva di una malformazione congenita. Ciò accade a tre giovani ogni centomila all’anno in Italia. I benefici dell’attività fisica sono innegabili: fare sport vuol dire star bene… e allora come si spiegano questi episodi? Occorre fare prevenzione. Si tratta di morti improvvise legate ad alterazioni cardio-respiratorie preesistenti ma non rilevate in precedenza. In parole povere di un cuore che, sottoposto a un aumento di prestazione, cede improvvisamente per colpa di una malattia silenziosa. A oggi in Italia non esiste un registro che rilevi quanti siano effettivamente i casi dovuti a morte improvvisa e il Coni è l’unico ente che attraverso la richiesta di certificato medico sportivo fa sottoporre gli aspiranti sportivi a visite specialistiche. Di questo tema si è discusso lo scorso 24 ottobre al convegno nazionale di medicina sportiva “Una vita per lo sport, lo sport per la vita”, organizzato dalla Kodokan Sport Napoli presieduta da
Peppe Marmo, e da Formedica nell’aula Magna dell’Orto Botanico di Napoli. In Italia ci sono 11 milioni di praticanti sportivi, di cui 2.000 top level sottoposti a controllo con particolari esami clinici: l’allarme riguarda dunque l’atleta amatoriale o quello meno giovane che può ritrovarsi vittima innocente di controlli poco attenti. È indispensabile creare le condizioni migliori per praticare lo sport in assoluta sicurezza e dunque mettere in atto i protocolli sanitari per prevenire le patologie cardiache, rilevare le anomalie congenite e così combattere la morte improvvisa. Tutto ciò fa parte anche di una proposta di legge sul ‘Passaporto
Ematico’presentata in Parlamento che intende rendere obbligatori esami ematici e cardiaci per tutti gli sportivi italiani di tutte le categorie dai 6 anni in poi. L’iniziativa è fortemente sostenuta dal presidente dell’associazione Fioravante Polito, Davide Polito
oltre che dalla SSC Napoli nella persona del responsabile dello staff medico, prof.Alfonso De Nicola L’approvazione della legge sul passaporto ematico – sostiene De Nicola – è oggi fondamentale per il benessere dello sport. Siamo stati i primi, col Napoli, ad eseguire le analisi del sangue anche ai giovanissimi al di sotto dei 18 anni, già al primo tesseramento con la nostra Società. Accertamenti approfonditi dei valori ematici degli atleti ci permettono di prevenire l’insorgere di gravi malattie. E grazie a questo tipo di analisi avviene anche il monitoraggio per scongiurare l’assunzione di sostanze dopanti, pericolose per la loro salute”.
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