Uno che è salito sul tetto d’Europa e del mondo non poteva finire male a causa delle manie suicide di Benitez. Eppure Raul Albiol era un fedelissimo di Rafa. Fulvio Collovati, analizza la metamorfosi di un campione: «Semplicemente era penalizzato dal modulo».
Giocare con due soli centrocampisti è stata la causa del tracollo azzurro nella passata stagione? «Era un modo di stare in campo che il Napoli non poteva permettersi».
Con tre elementi sulla linea mediana è cambiata la musica. «Non è solo una questione di uomini, di due, tre o quattro centrocampisti. È l’applicazione della fase difensiva che è cambiata».
Quella di Sarri è una difesa più ermetica? «Se cambiano difesa e modulo, vuol dire che è cambiato il gioco. Il Napoli adesso è cortissimo, fa la fase difensiva e quella offensiva in trenta-quaranta metri, cosa che non accadeva con Benitez».
E Albiol va a nozze con il nuovo allenatore. «Non solo lui. È salito di livello il rendimento di tutti gli altri difensori. Avete sentito Reina domenica?Quasi non si diverte più perché gli attaccanti avversari non riescono a tirare in porta».
Anche le prestazioni dei singoli sono migliorate. «Albiol è un ex Real Madrid, uno che ha vinto tutto quello che c’era da vincere con la nazionale spagnola. Non era scarso un anno fa e oggi non è il miglior difensore del campionato. La condizione atletica mi pare ottimale e questo particolare lo aiuta a emergere. Oltre al fatto di avere grande esperienza».
Diciamo che Sarri rispetto a Benitez lavora maggiormente sulla difesa. «Vero, perché così si fa in Italia. Benitez è un bravo allenatore ma la sua mentalità è più internazionale, si adatta meglio agli altri tornei europei, tipo Spagna o Inghilterra. Sarri è perfetto per il nostro campionato».
Da noi vince sempre chi subisce meno reti? «Valutando il cammino dell’Inter verrebbe da dire di sì: quante partite ha vinto 1-0 senza entusiasmare?Alla lunga però il bel gioco paga sempre. Potrebbe essere il caso del Napoli: Sarri non ha inventato niente di nuovo ma prende pochi gol e diverte molto più dell’ Inter».
Può resistere fino alla fine? «La Roma resta la favorita numero uno ma il Napoli è a ruota».
Cosa potrà fare la differenza? «L’attacco degli azzurri è più forte. Bisogna vedere come reggeranno le due difese, mi pare che quella giallorossa in questa fase sia più vulnerabile».
La morale è sempre la stessa: guardarsi prima le spalle. «Più o meno il discorso è questo. Magari mettendoci vicino pure il bel gioco, e questo il Napoli lo sta già facendo».
Il Mattino