Il commento di Massimiliano Gallo sul momento del Napoli:
“Il sale te l’ho dato. A luce nun te manca. Il detersivo te l’ho messo. Il manico della pentola che ti dava fastidio, te l’ho spostato. Il rubinetto dell’acqua te l’ho aperto. Il programma di chi ti è morto te l’ho messo. Che cosa ti manca? È il celebre monologo di Marina Confalone con la lavastoviglie nel film “Così parlò Bellavista”. Un cult della napolitudine al cinema. Quaranta secondi che sono una perfetta sintesi della condizione del Napoli. Che sia pure in un anno vissuto al confine col disastro, ha ancora chance di entrare in Europa.
E potrebbe in teoria conservare il record cui tanto tiene Aurelio De Laurentiis: da quattordici anni consecutivi partecipa alle coppe europee. E sarebbe un paradosso che mancasse l‘appuntamento proprio nell’anno successivo allo scudetto, quando in tanti si sono lasciati cullare dall’illusione dell’inizio di un ciclo. Che invece, con gli addii di Giuntoli e Spalletti, era terminato.
Ci sono voluti un po’ di mesi per rendersene conto. Ciclo europeo che è cominciato nel 2010, con Walter Mazzarri. È dalla stagione 2010-2011, con l’Europa League, che il Napoli timbra il cartellino Uefa. Quella volta uscì ai sedicesimi di finale, eliminato dal Villarreal con gol di Pepito Rossi. Un’era geologica fa. Nel mezzo, ci sono state otto partecipazioni alla Champions e il Mondiale per club sfiorato. Nove volte in Europa League con le semifinali raggiunte sotto la guida di Rafa Benitez.
Il club, principalmente De Laurentiis, quest’anno ce l’ha messa tutta per interrompere la striscia (a questo punto è inutile tornare per l’ennesima volta sugli innumerevoli errori commessi).
E bisogna dire che c’è quasi riuscito. Ciononostante dall’esterno, proprio come Marina Confalone con la lavastoviglie, continuano ad arrivare appigli per agganciare il treno. L’ultimo regalo è arrivato dalla Fiorentina che l’altra sera, battendo il Viktoria Plzen, ha certificato i cinque posti assegnati all’Italia per la prossima Champions. Anche il quinto posto al momento è fantascienza per gli azzurri. Il Napoli è a sei punti dalla Roma che deve ancora recuperare il match di Udine. E mancano sei partite alla fine.
Ma non c’è solo la Champions. Col settimo posto si va in Conference. E forse anche in Europa League nel caso in cui la vincitrice della Coppa Italia fosse già qualificata per Champions o EL(in ballo ci sono Lazio Juventus Atalanta e Fiorentina). In questo caso sarebbe utile pure l’ottavo posto.
Al Napoli manca un minimo sforzo. Anche se le partite vanno comunque vinte. Impresa significativa considerate le condizioni della squadra. Il Napoli è ottavo: è a quota 49 a pari punti con la Lazio che è in vantaggio negli scontri diretti. Ha quattro punti sul Torino e cinque sulla Fiorentina (che ha una partita in meno). La Champions è un sogno, come detto. L’EL però è possibile. La Conference sarebbe una magra consolazione, lo sappiamo. Ma servirebbe a salvare l’onore europeo. A meno che dalle parti di Castel Volturno non si siano convinti della bontà della massima bartaliana: l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. E allora in quel caso sarebbe meglio ingoiare l’amaro calice fino in fondo. Senza contentini. In modo da non aver scappatoie per evitare il duro confronto con la realtà. Come spesso capita, è questione di punti di vista”.