ESCLUSIVA – Maurizio Nicita: “Il prossimo libro parlerà della città di Napoli. Paolo Pizzo è un patrimonio dell’intero sport italiano”

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La storica firma della Gazzetta dell Sport, Maurizio Nicita, è intervenuto in esclusiva ai microfoni de Il Napoli Online.

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Di seguito l’estratto integrale delle sue dichiarazioni:

 

In che modo (se è successo) il giornalismo web ha cambiato il giornalismo stesso ed il giornalista?

“Sicuramente è cambiato il flusso della notizia, i tempi, e questa roba qua ha cambiato l’organizzazione del lavoro nelle singole testate. Quello che non doveva essere cambiato era l’approccio alla notizia, invece è cambiato ed è peggiorato, nel senso che a furia di dover andare veloci online con le notizie, esse non vengono verificate. Purtroppo, oggi, spesso si sentono notizie che poi vengono smentite, perchè prima vengono pubblicate e poi ci si rende conto che erano delle fake o comunque qualcosa di impreciso”. 

 

In questi anni anche il linguaggio ha subito cambiamenti, lo stesso gergo tecnico, però, quest’evoluzione, paradossalmente, ha “indebolito” ed impoverito lo scritto…

“Secondo me no, nel senso, si perchè c’è stato un affrancamento in basso, però un buon libro è sempre un buon libro, sia se te lo leggi sulla carta o online. Io penso che il gusto della buona scrittura non dovrebbe essere mai perso”.

 

Mi elenca tre sport che rientrano nelle sue preferenze

“La Pallavolo sicuramente prima, il calcio secondo, infine terzo ci metto come novità e sport praticato il padel“.

 

C’è una motivazione in questa scelta

“Sì, la pallavolo è stato lo sport che ho praticato di più da ragazzo ed è quello che mi è rimasto più nel cuore. Ho fatto l’allenatore, dirigente e ho scritto libri su questo sport, e per questo rimane la mia grande passione della vita”.

 

Nel calcio, qual è la percentuale di incidenza della Società, allenatore e rosa calcistica

Non esistono percentuali precise. Nello sport, un allenatore deve essere parte integrante con la società del progetto e nel calcio non lo è mai, ed è infatti sempre il primo a pagare”.

 

Un consiglio da dare ai giovani ragazzi che sognano di diventare giornalisti

“Difficile, perchè oggi l’accesso a questa professione è diventato complicatissimo. Ci si può formare giornalisticamente e in questo bisogna essere molto rigorosi. Troppo spesso, la semplicità di accesso del web ha fatto fraintendere a molti questa professione.

Non basta scrivere articoli su internet per essere giornalisti, in questo senso, l’esperienza di relazione e organizzazione redazionale sotto l’aspetto etico e deontologico per me è fondamentale”.

 

Quanto è importante Paolo Pizzo per la scherma italiana?

Paolo Pizzo resterà negli annali della scherma internazionale, perchè ha vinto due mondiali individuali di spada, che ad un italiano, riuscì solo nel secolo scorso a Edoardo Mangiarotti, che era un fenomeno e all’epoca vinse trofei in tutte le armi schermistiche. Paolo è stato capace di essere competitivo fino a 37/38 anni mostrando grande serietà, e ancora oggi che è ultra 40enne continua ad avere una piccola attività agonistica. Io credo che lui sia importante per lo sport, non solo per la scherma.

Parliamo di un atlteta che si è laureato con laurea magistrale e che sta cercando di conseguire la seconda laurea in psicologia, è una persona estremamente preparata e di veri valori che gli vengono insegnati da una famiglia di sportivi e credo che possa essere un patrimonio dell’intero sport italiano”.

 

Un appuntamento per un prossimo libro

Intanto, ho ancora due figlioletti in libreria che continuano a fare i loro passi. Uno è il libro di Paolo Pizzo “La stoccata vincente” da cui è stato tratto un film, e poi c’è “Aldilà del Muro” che racconta la storia della nazionale di Pallavolo, sperando che questa storia a Parigi possa essere scritta con una medaglia che alla Pallavolo manca.

Il progetto sul nuovo libro c’è, ma proprio perchè è sui primi passi non è in caso di parlarne, l’unica cosa che posso dire è che una volta tanto non c’entrerà lo sport ma c’entra la città di Napoli”.

 

Intervista a cura di Emanuele Arinelli

 

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