De Laurentiis a ruota libera sullo stadio: “Impossibile rifare il Maradona, chi ha messo i soldi nel Napoli”

L'intervista del presidente del Napoli a Radio Napoli Centrale

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Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Napoli Centrale per parlare unicamente della questione stadio: “Mi sembra molto strano che il sindaco continui a parlare del Maradona ed aspetti una mia proposta, l’ho avvisato che il Maradona non potrà essere oggetto del Napoli perché con l’architetto Zavanella abbiamo fatto un approfondimento totale con dei sopralluoghi, per le modifiche dovremmo costruire uno stadio nello stadio, ed il Napoli dovrebbe giocare alcuni anni fuori. Con tutto il rispetto per Avellino, Benevento, con stadi molto belli ma inferiori alle necessità numeriche del Napoli, e col fatto che giocheremo mi auguro in futuro le coppe europee, il problema non si pone. Noi non possiamo perdere tre anni e cento milioni di incassi in un altro stadio“.

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Rifare lo Stadio Maradona settore per settore è una possibilità?
Il cantiere aperto non darebbe segni di tranquillità dal punto di vista della sicurezza, non potremmo lasciare un cantiere semi aperto: con l’architetto Zavanella abbiamo verificato la mancanza di visibilità nello stadio attuale, il sindaco non viene non perché juventino ma perché impegnato su altri fronti. Viene sempre in Tribuna Autorità dove abbiamo difficoltà a capire cosa succeda, se dovessimo pensare alle curve e alla distanza che c’è tra il sediolino e la porta sotto l’altra curva…bisognerebbe avvicinare le curve, verticalizzare i quattro settori, e costruire uno stadio nuovo nello stadio vecchio con tutte le problematiche architetturali per l’utilizzo dei settori“.

Non è interessato al Maradona?
Capiamoci, vuole la città di Napoli partecipare agli Europei? Il sindaco di Napoli deve immaginare questo, oppure vogliamo penalizzare i napoletani portando a 30-50km lo stadio? Mi sembra una follia, dal momento in cui Bagnoli ha avuto un trattamento ridicolo per 45 anni, e lo Stato solo ora si è interessato con Invitalia, il cui amministratore delegato è il nipote del presidente della Repubblica Mattarella, e dove il ministro Fitto ha preso in prima persona la responsabilità del progetto, affidandolo ad un commissario come il sindaco di Napoli quale garante di tutto. Come vice commissario c’è Auricchio che ha iniziato ad ottobre la bonifica: ci sono oltre 200 ettari, circa 250 divisi in cinque lotti. Dove mi vorrebbe mandare il sindaco ci vogliono cinque anni di bonifica, mentre il parco dello sport è un’altra parcella: ce n’è una da 35 ettari e una da 30, quella da 35 ha iniziato la bonifica assieme a quella da 30. Quella da 35 terminerà la bonifica, da come mi hanno assicurato, a maggio 2025. Quella da 30 dovrebbe terminare a giugno 2026. Su questi due lotti da 65 ettari uno potrebbe fare il tennis, lo stadio del Napoli, il centro sportivo come quello del Manchester City, e farla finita. Io sono un imprenditore puro, non ho bisogno di finanziamenti altrui: nel Napoli i soldi chi li ha messi? Con 65 ettari a disposizione ci vorrebbero tanti parcheggi, uno stadio da 50-60mila posti che possa fare concorrenza agli altri stadi del mondo. I trasporti sono un falso problema, che differenza c’è tra piazzale Tecchio e Bagnoli? Anche sul piano del bradisismo, con quello ed il Vesuvio siamo nelle mani del Signore altrimenti non faremmo nulla a Napoli. Ho un appuntamento con il ministro Fitto che convocherà Invitalia ed il Sindaco: se tutti quanti si son messi in testa di penalizzare il Napoli e di spedirlo lontano dalla città, me ne farò una ragione“.

Afragola piano B?
La legge per poter ottemperare alle mancanze bilancistiche di un club ha fatto una mossa intelligente: al di là della proibizione di poter costruire a uso abitativo dei metri quadri, lascia costruire per uso commerciale per abbattere i costi di gestione di un impianto sportivo. Se uno vuole uno stadio con centro commerciale e negozi, che lavori sette giorni su sette, se uno lo sposta lontano dalla zona urbanistica più importante non potrebbe avere garanzia di utilizzo sette giorni su sette. Se uno non se ne rende conto e si fa solo casino, ci si tira indietro e si dice ‘se volete che oltre i 20 anni in cui ho seminato a Napoli…’ ma se vogliamo continuare a piangerci addosso nella città più bella del mondo, e ci sono ostacoli punitivi, me ne faccio una ragione“.

Andiamo in Europa?
Non mi va di parlare di calcio, dobbiamo essere signorilmente capaci di non penalizzare gli altri colleghi. Quando sarà il momento di parlare di calcio, lo faremo“.

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