A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Monza-Napoli

Approfondimento su Monza-Napoli

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Lo scorso anno il Monza si impose allo stadio “U-Power” contro i neo campioni d’Italia col punteggio di 2-0.

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Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 15:00 la gara valida per la 31° giornata del campionato di serie A tra il Monza di coach Raffaele Palladino e il Napoli. I partenopei di “CiccioCalzona sono stati capaci fin qui di fallire qualunque mini-obiettivo stagionale assegnato e persino l’Europa di terza fascia sembra difficilissima da raggiungere dopo la figuraccia contro l’Atalanta. Dopo il vantaggio iniziale del Monza, nella ripresa si scatenano i campioni d’Italia che alla fine hanno vinto col punteggio di 4-2.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • L’elisir: diciamola tutta, dopo la scorsa stagione a Napoli e Bari, Aurelio De Laurentiis pensava di aver scoperto il segreto su come vincere con un calcio economicamente sostenibile. E per inciso nella sua intera gestione partenopea, oltre a quanto ottenuto, manca all’appello lo Scudetto “scippato” del 2018. L’andamento di questa annata a seguito di continue scelte scellerate ha però riportato alla luce un principio quanto mai vero, ovvero che il calcio non è una scienza esatta. Tanti errori sulle due piazze e troppi dubbi sul futuro che vanno immediatamente spazzati via. Commenteremo l’arrivo del D.S. nelle prossime occasioni, ma adesso è il momento che il Presidente continui a lavorare incessantemente per il futuro.

 

  • I quindici minuti: ieri a Monza e’ stata una delle rare occasioni in cui si sono intravisti piccoli sprazzi del vecchio Napoli. Già perché poco prima del 60’ i partenopei hanno colpito ben quattro volte, mostrando un calcio che con scelte dirigenziali differenti, sarebbe potuto esserci anche quest’anno. Sarà solo un caso che i ragazzi abbiano reagito così in una giornata in cui durante i novanta minuti si sono sentiti cori di contestazione?

 

  • La rete più bella: ieri a Monza si sono visti quattro gol del Napoli, di cui almeno tre di altissimo livello. Alla domanda su quale fosse quello più bello, il tecnico Calzona ha citato Raspadori per averci creduto fino alla fine. A mio avviso la risposta è corretta anche perché  le prime tre reti (Osimhen, Politano e Zielinski) sono delle prodezze che non sempre potranno riuscire. Al Napoli invece quest’anno sono mancate quelle semplici semplici che avrebbero potuto portare punti pesantissimi (Cagliari e Monza all’andata su tutte).

 

  • La corsa a tre: poco da dire, l’Europa importante è sparita definitivamente dopo la sconfitta casalinga con l’Atalanta. Questo però non significa che il Napoli nelle prossime sette gare non debba tirare fuori le unghie per difendere il settimo posto (non sappiamo ancora se varrà Europa o Conference League). Andarci significa innanzi limitare i danni in termini di ranking in previsione di un rapido (si spera) rientro nelle posizioni che ci competono. Inoltre si parteciperebbe a una competizione europea con l’obiettivo concreto di provare ad arrivare fino in fondo (magari con un tecnico come Italiano arrivato già due volte in fondo con la Fiorentina). Infine quello del giovedì  potrebbe diventare un palcoscenico interessante per far crescere e maturare alcuni ragazzi tra i più giovani e inesperti in rosa.

“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore

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